A Roma bilaterale tra americani e cinesi. Possibile una mediazione italiana?
Diplomazia al lavoro sull’Ucraina nonostante la situazione sia sempre più complicata. Entra in gioco la carta cinese e anche l’Italia. A Roma è in programma il 14 marzo un colloquio tra il Consigliere della Sicurezza alla Casa Bianca, Jack Sullivan, e il cinese Yang Jiech, responsabile di politica estera del partico comunista. Jiech incontrerà anche il consigliere diplomatico di Mario Draghi, l’ambasciatore Luigi Mattiolo.
L’Italia può fare da mediatore con la Cina? Roma ha buoni rapporti con Pechino, forse è il Paese europeo con la relazione più forte con il gigante asiatico. L’adesione italiana alla nuova Via della Seta, sottoscritta dall’ex premier Giuseppe Conte, può rivelarsi ancora utile, nonostante il governo Draghi abbia in parte smontato la partecipazione italiana. Pechino ha bisogno di garanzie commerciali e relazioni consolidate. Roma fa proprio al caso dei cinesi perché è un punto strategico importante per il rilancio dei commerci cinesi nel dopo pandemia.
Perché la Russia chiede armi alla Cina?
Al centro dei colloqui romani tra americani e cinesi c’è la questione degli scambi commerciali ma soprattutto la crisi in Ucraina. L’incontro avviene dopo la notizia lanciata dal Washington Post di una richiesta russa di forniture di armi e equipaggiamenti militari alla Cina. L’ambasciata cinese a Washington ha però smentito la richiesta. Pechino mostra molta cautela.
Mosca cerca senza dubbio l’assist cinese. Le sanzioni internazionali e il divieto di importare gas e petrolio russo in occidente mettono a rischio la capacità finanziaria della Russia di sostenere la guerra in Ucraina. Come ho scritto in questo post, è il mondo occidentale che finanzia indirettamente l’aggressione russa continuando a comprare risorse energetiche da Mosca.
La strategia russa fa anche un calcolo giuridico. Chiede armi a un altro Paese proprio come Kiev le chiede a Stati Uniti e Europa. La diplomazia di Mosca sa muoversi abilmente nel campo del diritto internazionale. Se per l’occidente è giuridicamente legittimo fornire armamenti all’Ucraina, allora è legittimo anche per la Cina fornirle alla Russia.
La carta israeliana
Vladimir Putin ha fatto un’apertura su colloqui russo-ucraini a Gerusalemme. Il lavoro diplomatico del premier israeliano Naftali Bennet, che ha incontrato a Mosca Putin, sembra dare qualche frutto. L’annuncio ha fatto seguito alla telefonata di Putin con Emmanuel Macron e Olaf Scholz al termine della quale il presidente russo ha detto che non fermerà le armi.
Russia: “Passi avanti nei negoziati con Ucraina”
Russia e Ucraina hanno fatto dei sostanziali passi avanti nei negoziati. Lo ha affermato il capo della commissione della Duma di Stato russa per gli affari internazionali e membro della delegazione di Mosca, Leonid Slutskij, ripreso dall’emittente “Rt”. “Se paragoniamo la situazione di entrambe le delegazioni ai colloqui all’inizio e oggi, vediamo dei progressi significativi, ha detto Slutskij. Il delegato ha poi rilevato come, in base alle sue aspettative, un’intesa tra Russia e Ucraina potrebbe essere raggiunta “anche nei prossimi giorni”.
Mosca ci ha abituato più volte a ribaltare affermazioni e promesse. Vedremo se alle perole seguiranno fatti.