Un anno dopo: la politica internazionale nel 2017

Si chiude un anno intenso per la politica internazionale. Com’è cambiato il mondo nell’ultimo anno.

Il 2017 è stato l’anno zero della politica estera americana di Donald Trump. Il presidente Usa ha cambiato la rotta della strategia globale di Washington, con effetti evidenti sulla politica internazionale degli Stati.

Come nella fisica, anche nelle relazioni internazionali esiste il meccanismo per cui a ogni azione corrisponde una reazione. L’attivismo di Trump ha provocato le reazioni degli altri player sulla scacchiera globale.

Il mondo nel 2017 ha assistito a sorprese e mutamenti, a forzature e spinte centrifughe che trasformano l’ordine mondiale e lo status quo attuale. La vera (e positiva) novità è nella ormai certa disfatta dello Stato Islamico. E proprio da qui cominciano l’analisi.

Isis

I jihadisti del Califfato islamico di Abu Bakr al-Baghdadi sono stati sconfitti in Siria e Iraq. Rimangono ancora alcune sacche di resistenza, ma lo Stato Islamico non esiste praticamente più nonostante la prudenza e cautela che ancora mantengono le capitali occidentali. I miliziani dell’Isis colpiscono più all’estero in nome di non si sa quale mission. Lo stesso Califfo Baghdadi è scomparso, probabilmente morto. Nel 2017, l’Isis ha perso le sue roccaforti principali, Raqqa in Siria e Mosul in Iraq. Probabile che i jihadisti stiano provando a entrare in Afghanistan o in alcune zone dell’Africa orientale.

Turchia

Il 2017 sarà ricordato come l’anno della tensione tra Turchia e Europa, ma anche Turchia-Usa. Nel mese di marzo, lo scontro politico di Ankara con Berlino prima, e Amsterdam dopo ha toccato il suo apice. A creare il contrasto è stata ufficialmente la campagna elettorale turca per il referendum che doveva rafforzare i poteri del presidente Recep Tayyp Erdogan. I limiti posti da Germania e Olanda alle iniziative politiche promosse dalle associazioni di turchi nei due paesi europei ha scatenato l’ira di Erdogan. Che si è avvicinato ulteriormente alla Russia di Putin. La questione di fondo era però quella dell’ingresso della Turchia nell’Ue, presenza già poco gradita in molte cancellerie europee e che lo è diventata ancora di più a seguito del tentato golpe del 15 luglio 2016 in Turchia.

Conflitto arabo-israeliano

Donald Trump sceglie di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. Lo strappo del presidente Usa non trova molti sostenitori. All’Onu lo sostengono solo in 9, mentre 128 Paesi gli votano contro. Trump dichiara anche di portare l’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme. Anche in questo caso sono poche le manifestazioni di volontà: il Guatemala, che sarà seguito probabilmente dall’Honduras. La decisione della Casa Bianca provoca un terremoto nell’assetto politico mediorientale. I palestinesi danno luogo a una serie di proteste che sfociano inevitabilmente in incidenti. I leader dei Paesi musulmani condannano la scelta di Trump e dichiarano che Washington ha perso la credibilità a condurre qualunque trattativa nel percorso di pace medio-orientale.

Golfo

La crisi Arabia Saudita-Iran ha pesato sulle relazioni nel Golfo durante il 2017. Riad e Teheran sono i due poli contrapposti della regione. L’Arabia Saudita ha fatto di tutto durante l’anno per interrompere l’accordo sul nucleare iraniano. In questo trova il totale appoggio di Israele, da sempre contraria all’accordo. Lo strumento per depotenziare il trattato lo offre a entrambi Donald Trump. Il presidente Usa in campagna elettorale ha promesso l’annullamento del patto e, come si è visto nell’anno, sta facendo di tutto per annullare gli effetti dell’accordo. E’ proseguita per tutto l’anno la campagna militare in Yemen condotta dalla coalizione con a capo l’Arabia Saudita. Nel corso dell’anno abbiamo anche assistito allo scontro politico tra i Paesi del Golfo con il Qatar, accusato quest’ultimo di avere finanziato il terrorismo jihadista.

Nato

Gli Stati Uniti fanno pressione sugli altri partner perché aumentino le spese militari nei loro bilanci. Ciò che Washington contesta è la scarsa disponibilità del pilastro europeo della Nato nelle operazioni militari. Nel 2017 la Nato ha anche intensificato le proprie esercitazioni militari nell’Europa orientale. Una politica che ha messo ulteriormente in allarme la Russia, preoccupata di avere ai propri confini la più potente alleanza militare al mondo.

Corea del Nord

Nel 2017 la Corea del Nord ha intensificato il proprio programma di test missilistici e di armamento nucleare. Per due volte un missile è passato sopra il Giappone per poi inabissarsi nel mare. Dure le reazioni di condanna da parte della comunità internazionale. Americani, sudcoreani e giapponesi hanno lanciato esercitazioni militari vicino al confine nordcoreano. Sembra ancora lontana la possibilità di avere contatti diplomatici con Kim Jong-un e il governo di Pyongyang.

Cina

Il Paese sembra intravedere una ripresa economica dopo la riduzione del Pil degli anni scorsi. La politica internazionale della Cina è concentrata sulla questione nord-coreana ma anche su quella della sovranità nelle acque del Mar Cinese Meridionale. Nel 2017 sono stati diversi i momenti di tensione con Stati Uniti, Vietnam, Malesia, Giappone, Filippine per il controllo di alcuni isolotti ambiti da diversi Stati.

Russia

Il presidente Vladimir Putin ha rafforzato la posizione della Russia sullo scenario internazionale. Mosca si è impegnata in prima linea in Siria. Dopo l’arrivo dei soldati russi, la diplomazia del Cremlino guidata dal ministro Sergej Lavrov ha lavorato molto per riaprire il tavolo dei negoziati sulla Siria. Lo ha fatto in collaborazione stretta con l’Onu e il suo inviato speciale per la Siria Staffan de Mistura. Putin ha cercato di stringere maggiormente il suo quadro di alleanze: Cina, Egitto, Turchia tra i destinatari della sua azione diplomatica.

Ci sono ancora altre questioni sul tappeto e che proseguiranno nel 2018. Come per esempio l’infinita questione ucraina, il contrasto India-Pakistan sul Kashmir, le migrazioni attraverso il Mediterraneo e la grande difficoltà dell’Ue, Brexit, il percorso di pace in Colombia, la crisi venezuelana. Tutti temi che si riproporranno nel 2018.

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