Ucraina: l’apertura di Blinken alla Russia

Blinken a Putin: “se vuole negoziare, noi ci siamo”. Il presidente russo ha l’occasione di un riscatto con la storia.

Il segretario di Stato americano Anthony Blinken ha fatto un’apertura non da poco alla Russia. “Se volete negoziare, noi ci siamo” ha detto il capo della diplomazia statunitense, mandando a Vladimir Putin un messaggio che potrebbe segnare una svolta nel conflitto russo-ucraino.

Mentre Norvegia e Lettonia annunciano l’approvazione di nuovi pacchetti militari per l’Ucraina, Blinken lancia un appello da Riad durante una conversazione con Borge Brende, presidente del World Economic Forum. Il segretario di Stato Usa ha parlato della volontà americana di essere presenti e supportare i colloqui se la Russia dimostra a sua volta una sincera volontà di negoziare. Il capo del Dipartimento di Stato è andato anche più in là dicendosi sicuro che anche l’Ucraina ci sarà nel caso Mosca volesse avviare negoziati.

Anthony Blinken rilancia un messaggio rimbalzato più volte in questi anni: la fine della guerra è tutta nelle mani di Putin. Da lui dipende la continuazione o la fine del conflitto. La posizione Usa, che coincide con quella di una parte della comunità internazionale, punta alla responsabilità giuridica ma anche storica di Putin.

Responsabilità giuridica sul piano del diritto internazionale. Il leader russo ha scatenato una guerra e attaccato uno stato sovrano e indipendente in violazione delle norme di diritto internazionale consuetudinario e convenzionale. E’ in capo a lui anche la responsabilità di mettere fine alla guerra. Di tutto questo Putin ne sarà quindi responsabile nella storia. Come fu per Adolf Hitler e Benito Mussolini nella Seconda Guerra Mondiale, per il Kaiser e l’Imperatore d’Austria nella Prima Guerra Mondiale.

Il mandato di cattura internazionale emesso dalla Corte Internazionale di Giustizia nei confronti di Putin è un ulteriore passo verso la responsabilizzazione storica e giuridica del leader russo. Ma l’apertura di Blinken può riaprire i giochi e cambiare la carte in tavola. Se il presidente russo manda a sua volta segnali di disponibilità e si mostra aperto a un cessate il fuoco e all’avvio di colloqui, Putin potrebbe giocarsi il riscatto con la storia. E, quasi una beffa per lui, con l’aiuto di Washington.

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