Trump frena Macron sull'accordo nucleare con l'Iran. Teheran perde la pazienza

Il presidente degli Stati Uniti minaccia l’Iran e il patto nucleare durante la visita di Stato del presidente francese. L’Iran perde la pazienza e valuta la possibilità di ritirarsi dall’accordo firmato nel 2015


La missione di Emmanuel Macron a Washington è fallita riguardo al trattato nucleare del 2015. Il presidente francese era partito per gli Stati Uniti con l’intenzione di convincere Donald Trump a evitare di sabotare l’accordo nucleare con l’Iran. Alla vigilia della visita americana, in un’intervista alla Fox aveva mandato a Trump un messaggio molto significativo: non c’è alternativa al patto nucleare.
Per convincere il presidente americano, Macron ha anche proposto alcune revisioni all’accordo da discutere con l’Iran. Trump però ha fatto saltare il tavolo, spegnendo qualunque illusione del giovane presidente francese.
Secondo il presidente Usa il trattato nucleare con l’Iran è “ridicolo, demenziale e disastroso”. E poi ha lanciato una minaccia esplicita a Teheran: “Se l’Iran rilancia il suo programma atomico avrà davanti il più grande problema mai avuto”.
Trump si è spinto anche più in là. Ha minacciato pure l’Europa parlando a nuora (Macron) perché suocera intenda (Unione Europea). Ha fissato cioè nel 12 maggio la deadline entro cui i Paesi Ue devono dimostrare di avere preso una posizione dura contro l’accordo nucleare, di cambiare il loro atteggiamento sull’intesa e di imporre nuovi limiti a Teheran. Se non arrivano questi segnali dall’altra sponda dell’Atlantico allora il patto nucleare salterà per aria.
In realtà ciò che il capo della Casa Bianca sta chiedendo all’Europa è comunque una posizione di rottura con l’Iran. E che proprio la Francia di Macron farà fatica a accettare dal momento che Parigi ha attivato molti canali commerciali subito dopo l’abrogazione delle sanzioni.
Se passa la linea di Trump l’accordo sul programma nucleare iraniano ha finito di esistere. Anni di lavoro diplomatico per arrivare all’accordo del 2015 saranno buttati a gambe all’aria. Sul Medio Oriente tornerà a pendere la spada di Damocle della corsa nucleare. Se Israele possiede già la bomba, l’Arabia Saudita è pronta a cominciare la costruzione dell’ordigno nel caso l’Iran riprenda il suo programma atomico. In sostanza sarebbe la vittoria della politica isolazionista del presidente Usa e il crepuscolo della diplomazia multilaterale di Barack Obama che ha avuto uno dei momenti di trionfo proprio nel trattato nucleare firmato tra sei potenze e Iran nel 2015.

La pazienza dell’Iran sta per finire

Intanto, l’Iran sta perdendo la pazienza. E manda un segnale molto forte attraverso il suo presidente Hassan Rohani. “Valutiamo la possibilità di ritirarci dal Trattato di non proliferazione nucleare se gli Stati Uniti continuano a minacciarci e a mettere in discussione l’accordo nucleare”, ha detto durante un discorso a Tabriz, nel nord est dell’Iran e che riporta la Press Tv iraniana.
 
 

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