L’alta tensione tra Mosca e Ankara ha portato alla cancellazione dell’incontro tra Vladimir Putin e Recep Erdogan. Intanto, si apprende di un nuovo incidente sul mare tra navi russe e un cargo turco lo stesso giorno dell’abbattimento del jet russo da parte dell’aviazione turca.

Il clima di tensione tra Russia e Turchia ha portato alla cancellazione del summit russo-turco che avrebbe dovuto tenersi a San Pietroburgo tra Vladimir Putin e Recep Erdogan il 15 dicembre.
Dopo la sequenza di episodi di crisi avviata con l’abbattimento del caccia russo da parte dell’aviazione turca il 24 novembre, è emerso che lo stesso giorno si è verificato un altro incidente di cui si è avuta notizia solo in questi giorni.
Due navi militari russe hanno allontanato un mercantile turco, che è stato costretto a cambiare rotta. Le fregate russe stavano scortando il trasporto di due piattaforme petrolifere.
A denunciare l’accaduto è stata la compagnia energetica della Crimea, gestita dai russi. La compagnia russa aveva deciso di spostare le trivellazioni da Odessa in acque territoriali russe, più sicure a causa della minaccia terroristica.
Quella giornata un cargo turco è apparso lungo la via. Secondo i russi ha agito in violazione del codice della navigazione che stabilisce che un’imbarcazione debba cedere il passo a una “carovana”. Così è intervenuta una nave pattuglia dei servizi segreti russi. Questi però hanno ridimensionato l’accaduto, sostenendo che rientra nelle normali dinamiche e incidenti di percorso riguardanti la navigazione.
In base alle regole della navigazione, le navi devono cedere il passo alle carovane. “E’ molto difficile per una carovana cambiare il proprio percorso, molto piu’ difficile che per una singola imbarcazione. Attraverso colpi di avvertimento, è stato possibile richiamare l’attenzione del cargo che ha adottato alcune misure e si sono separati tranquillamente”, ha riferito all’Interfax un ufficiale della guardia di frontiera dei servizi segreti russi.