Come Russia e Sudafrica vanno verso un'alleanza strategica

La Russia cerca alleanze in Africa e trova la disponibilità del presidente sudafricano Jacob Zuma. Vladimir Putin e la diplomazia russa si muovono a tutto campo a livello globale.

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Russia e Sudafrica sempre più vicine. Verso l’alleanza strategica e economica tra i due Paesi.

La Russia prova a esportare la sua influenza politica in Africa. E trova un alleato nel presidente sudafricano Jacob Zuma. Russia e Sudafrica sono sempre più vicine a un’alleanza strategica e a una cooperazione economica.

Vladimir Putin aveva annunciato l’offensiva diplomatica russa nel continente africano lo scorso 11 ottobre a Mosca intervenendo al forum “Russia calling”: “La Russia vuole promuovere la partnership strategica e la cooperazione economica in Africa” dichiarò durante il suo intervento.

Tra i primi a raccogliere la proposta di Putin per una partnership africana c’è il Sudafrica di Jacob Zuma e il suo partito, l’African National Congress (Anc), da sempre al governo del Paese.

Zuma e Anc negli ultimi anni si sono spostati sempre più verso Russia e Cina, considerate punti di riferimento per la politica estera. L’avvicinamento sudafricano alla Russia è dipeso in particolare dalla debolezza dell’Anc, frantumato dalle divisioni interne e dagli scandali sul presidente Zuma che hanno reso lo stesso Zuma e l’Anc politicamente fragili.


Il Sudafrica marcia contro il presidente Jacob Zuma


Vladimir Putin ha usato la debolezza di Zuma e del partito di governo per rafforzare la posizione russa in Africa. Nel 2013 il partito di Putin, Russia Unita, ha concluso un patto con l’Anc. Al centro di questo c’era la realizzazione di un’alleanza strategica e cooperazione economica tra i due Paesi.

Dopo quel patto, i documenti politici del partito di governo in Sudafrica sono intrisi di retorica anti-occidentale e di orientamento filo-russo. Le prove generali di questa alleanza sono evidenti nella cooperazione tra Russia e Sudafrica alle Nazioni Unite. Entrambe si sono opposte alle risoluzioni che assicurano più libertà alle organizzazioni non governative, ai media e agli oppositori politici.

Putin e Zuma hanno punti di vista molto simili. I due si sono conosciuti al tempo della Guerra Fredda. Zuma è il capo dell’intelligence militare dell’Anc quando il movimento di Nelson Mandela conduce la guerriglia contro il potere bianco in Sudafrica. Zuma, insieme a molti altri funzionari dell’attuale Anc, sono formati e addestrati in Unione Sovietica, che sostiene il movimento di Mandela in chiave anti-occidentale. Putin è all’epoca un funzionario dell’intelligence sovietica e dei servizi di sicurezza di Mosca.

La prova della svolta “filo-russa” del presidente Zuma è però un importante documento politico dell’Anc pubblicato nel 2015 con il titolo: “A Better Africa in a better and just world”. Nell’analisi viene presa apertamente la posizione pro-Russia. Si ricorda il valore e il significato della Rivoluzione Russa del 1917 e il ruolo fondamentale di Lenin nella trasformazione della società. Si denuncia anche il tentativo dell’Occidente guidato dagli Stati Uniti di destabilizzare la Russia e l’Anc rifiutava di riconoscere le sanzioni imposte da Unione Europea e Usa alla Russia.

Nel 2016 il Sudafrica compì un altro passo verso l’alleanza con la Russia votando, insieme a Mosca e Pechino, contro la risoluzione Onu che impegnava i Paesi membri a tutelare la libertà di espressione e la privacy online.

Russia e Sudafrica fanno anche contratti nel nucleare. Nel 2014 circola la notizia di un misterioso accordo nucleare tra i due Paesi firmato a Mosca da Putin e Zuma. Nel negoziato non sono coinvolti i dipartimenti governativi sudafricani interessati, pur trattandosi di un’operazione da 100 miliardi di dollari. Nel dibattito interno al Sudafrica qualcuno fa notare che la Costituzione prevede il passaggio dell’accordo nel Parlamento prima di essere firmato. La procedura naturalmente non viene seguita. E i due ministri sudafricani che si oppongono alla firma, Pravin Gordhan (finanze) e Ben Martins (energia), sono rimossi dallo stesso Zuma nel maggio 2014.

Putin e Zuma stanno rafforzando anche la cooperazione nell’intelligence e nei sistemi di sicurezza. Molti ufficiali e funzionari sudafricani ricevono formazione e addestramento in Russia o da esperti russi. Inoltre, il network al-Jazeera ha rivelato la collaborazione tra i due Paesi in un programma di monitoraggio satellitare congiunto dal valore di 100 milioni di dollari. Il progetto, noto come progetto Condor, ha portato i russi a lanciare in orbita a dicembre 2014 un satellite con un sistema di controllo e sorveglianza sull’intero continente africano. Il progetto Condor è considerato come una parte significativa della cooperazione tra Russia e Sudafrica. Decine di tecnici russi lavorano al progetto che è volto anche a sfidare il dominio tecnologico americano e francese su gran parte dell’Africa.


La politica estera della Russia spiegata in cinque punti


L’avvicinamento tra Russia e Sudafrica non va sottovalutato nelle dinamiche geopolitiche future. Ancora di più alla luce del fatto che l’alleanza strategica tra i due Paesi ha cominciato a stringersi nel momento di grande tensione tra Russia e Occidente. Mosca prova a mettere le mani sull’Africa entrando con due piedi in un continente dal quale era rimasta in parte estranea dopo la Guerra Fredda. E’ il segnale di riconoscimento di una realpolitik russa a tutto campo, sui mari e su ogni continente. Non sarà la Guerra Fredda ma lo scacchiere internazionale ne assume sempre più la forma.

Ovidio Diamanti

1 COMMENT

  1. […] intendere di sostenere la posizione dell’eccessiva interferenza del Tribunale in Africa. Russia ci cova? Si […]

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