Referendum Donbass: vogliono tutti essere russi

La farsa del referendum nel Donbass continua. I risultati danno percentuali quasi unanimi per l’annessione alla Russia. Zelensky: tutto illegale.

La farsa grottesca dei referendum del Donbass prosegue il suo cammino. I risultati danno il 98,42% degli elettori di Lugansk a favore dell’annessione russa. A Kherson i favorevoli a diventare russi sono l’87,05%. A Zaporizha il 93,11%. Nel Donetsk il 98,6%. Percentuali impossibili in qualunque democrazia. Ma la Russia non è più una democrazia, così come non lo saranno le zone del Donbass occupate dai russi. Stiamo parlando dell’ennesimo schiaffo di Vladimir Putin alla democrazia e all’autodeterminazione dei popoli. Da nessuna parte e nessun luogo è possibile che solo il 2% della popolazione (come a Lugansk e nel Donetsk) abbia scelto diversamente o abbia votato scheda bianca.

La farsa è di tali dimensioni che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha convocato una seduta straordinaria alla quale ha partecipato in video collegamento anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Che ha puntato il dito contro la messinscena dei referendum voluta dai russi, definendo illegali le consultazioni referendarie. Anche il il capo degli Affari Politici dell’Onu, Rosemary DiCarlo, ha definito così i referendum.

Gli ha porto una mano Anthony Blinken, Segretario di Stato Usa. Il capo del Dipartimento di Stato ha dichiarato che le armi fornite da Stati Uniti e occidente possono essere usate dagli ucraini anche nei territori che hanno scelto l’annessione alla Russia.

Nel mezzo di questa querelle sugli esiti dei referendum di annessione, è esplosa la questione dell’incidente al gasdotto Nord Stream, che dalla Russia porta attraverso il Baltico il metano in Europa. Alcuni danni hanno costretto a bloccare le forniture. Per l’Europa è anche questa una farsa, perché Putin vuole usare il gas come arma di ricatto ora che l’inverno si avvicina. L’Italia manda a dire che è dipendente dal gas russo ormai solo del 10%. Un risultato che aveva già anticipato il Ceo di Eni Cladio De Scalzi.

Map showing the route of the Nord Stream pipelines between Russia and Germany.

Intanto si fa più numerosa l’emigrazione russa verso i Paesi confinanti. Il discorso di utin di richiamo alle armi e il senso di patriottismo hanno convinto molti russi, soprattutto giovani, a fuggire all’estero. Sono oltre 78.000 quelli entrati in Georgia. Almeno 98.000 sono entrati in Kazakhstan. Circa 44.000 in Finlandia.

Sul fronte militare, le forze ucraine hanno colpito com artiglieria almeno cinque avamposti russi. Diversi insediamenti urbani ucraini, come Zaporizhzhia, Mykolaiv, Ochakiv, Avdiivka, Krasnohorivka, Poltavka, e Marinka sono stati attaccati dai russi. Proprio oggi, l’Ucraina ha deciso di bandire dai loro mercati qualunque prodottorusso. E Medvedev, delfino di Putin, dice che la Russia ha diritto a usare armi nucleari.

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