Prove di intesa sul conflitto a Gaza. I contenuti del piano di Parigi

Cosa prevede il piano di Parigi elaborato da Stati Uniti, Egitto, Israele e Qatar? Stato ebraico, Hamas e gruppi palestinesi accetteranno le prove di intesa sul conflitto a Gaza?

Prove di intesa sul conflitto a Gaza sono in scena a Parigi. Quattro Stati stanno conducendo trattative per ottenere la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas in cambio di un cessate il fuoco. Stati Uniti, Egitto, Israele e Qatar hanno raggiunto un accordo per la liberazione di 136 ostaggi israeliani in diverse fasi. L’intesa è stata presentata a Hamas e si attende una decisione. 

L’annuncio è dell’emittente americana Nbc News e arriva in un momento di alta tensione nella regione mediorientale. Nel giro di 24 ore miliziani iracheni filo-iraniani hanno colpito una base militare Usa in Giordania vicina al confine tra Siria e Iraq, uccidendo tre soldati Usa. Gli israeliani hanno attaccato Damasco, uccidendo 7 iraniani. I ribelli filo-sciiti Houthi hanno colpito una nave statunitense nel Golfo di Aden. 

Sulla trattativa in corso arriva con tutto il suo peso di macigno la conferenza dei ministri di Benjamin Netanyahu, che racconta il quotidiano israeliano Haaretz. I ministri hanno chiesto l’espulsione dei palestinesi da Israele e l’insediamento dei coloni ebrei sulle terre occupate. Netta la condanna di Stati Uniti e Francia.


Cosa prevede il piano di Parigi

Israele, Hamas e gruppi palestinesi hanno messo in chiaro i punti fermi per continuare con le trattative. Una delle divergenze è sulla tregua temporanea (proposta dagli israeliani) e il cessate il fuoco permanente (chiesto da Hamas e fazioni della Jihad islamica). Gli israeliani restano fermi sulla posizione di non cedere il controllo di Gaza e non liberare i terroristi. Da parte loro, i leader di Hamas dicono che non rilasciano gli ostaggi senza una cessazione duratura delle ostilità.

Il piano di Parigi prevede tre fasi distinte:

  1. Prima fase. Prevede un’intesa sullo scambio di prigionieri tra Israele e Hamas. E’ il modello già seguito a novembre, che ha portato alla liberazione di decine di ostaggi e prigionieri. Su questa fase sarebbe stato trovato un accordo. Lo scrive l’emittente Al-Arabiya di proprietà saudita. L’accordo, stando a quanto diffuso da fonti palestinesi, stabilisce la liberazione di un ostaggio israeliano in cambio di 30 palestinesi.
  2. Seconda fase: successivamente all’accordo su ostaggi e prigionieri, Israele e Hamas sono al lavoro per una nuova intesa. Il governo di Netanyahu ha espresso riserve su alcune condizioni del primo accordo, che sarà al centro del confronto tra le parti.
  3. Terza fase: dovrebbe riguardare la situazione degli ufficiali israeliani prigionieri nella striscia di Gaza. La trattativa potrebbe consistere nello scambio tra la loro liberazione e il ritiro dell’esercito dalla striscia di Gaza oltre al suo stazionamento al confine. A gelare ogni speranza palestinese ci ha pensato il ministro della difesa israeliano. Yoav Gallant ha fatto sapere che Israele continuerà a mantenere il controllo militare sulla striscia di Gaza anche dopo la fine della guerra. Un modello del tutto simile a quello attuato in Cisgiordania.

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