Trump perde un altro pezzo. Questa vola a lasciare è il Segretario alla Difesa Usa e capo del Pentagono. Perché Mattis si è dimesso?
Il generale americano James Mattis lascia il suo incarico di Segretario alla Difesa Usa. La rinuncia avviene con una lettera di dimissioni consegnata al presidente Donald Trump. E’ un altro pezzo importante dell’Amministrazione targata Trump che molla la presa e decide di andarsene. Ma perché Mattis si è dimesso dal prestigioso incarico di ministro della difesa e capo del Pentagono?
Le motivazioni sono riportate nella lettera consegnata al presidente americano. La goccia che ha fatto traboccare il vaso della sopportazione di Mattis è stata la diversità di opinioni sul ritiro dei militari Usa dalla Siria nord-orientale annunciata da Trump in settimana. La posizione espressa dal Pentagono è stata quella della cautela e di sconsigliare un ritiro che Mattis nella sua lettera definisce “abbaglio strategico”.
La rotta di collisione sulla presenza in Siria ha in realtà offerto al Segretario alla Difesa l’occasione propizia per sfilacciarsi da una situazione ingombrante che proseguiva da tempo tra gli uffici sulle rive del fiume Potomac dove si trova il Pentagono e la Casa Bianca. Un pretesto dunque per trovare la via di fuga migliore e indolore.
Lo dice indirettamente la lettera di Mattis che parla della necessità per il Presidente di avere una persona alla Difesa che condivida pienamente i suoi punti di vista. Evidentemente, quelli di Mattis non coincidevano più da tempo con quelli di Trump.
Tanto che l’ex-capo del Pentagono descrive le proprie divergenze anche su altri temi. Come il rapporto con gli alleati della Nato e quelli con la Russia. Il punto di vista strategico di Mattis è quello di fondare le relazioni con gli alleati sul rispetto reciproco e la credibilità. E puntare a una politica di contenimento dei rivali in cui prevale l’autoritarismo e la spregiudicatezza. Il riferimento è ovviamente a Russia e Cina.
Ecco la lettera di dimissioni di Mattis.
