Perché l'Italia scivola sulla Corea del Nord

Il Ministro Alfano espelle l’ambasciatore di Pyongyang a Roma. Gli Usa avevano lanciato segnali di dialogo.

Angelino Alfano prova a mostrare i muscoli e a fare la voce grossa con la Corea del Nord. In un’intervista su Repubblica di oggi annuncia che sarà interrotta la procedura di accreditamento dell’ambasciatore di Pyongyang presso la Repubblica Italiana.

La decisione del governo italiano non poteva avvenire in un momento più sbagliato. Gli Stati Uniti hanno di recente aperto la porta alla possibilità di un dialogo con Kim Jong-un, il dittatore nordcoreano che gli piace giocare alla guerra. O almeno provano a sondare questa possibilità.

L’apertura americana ha tranquillizzato la Cina. E ha fatto sperare i milioni di giapponesi e sudcoreani in un allentamento della tensione vissuta nell’ultimo anno.

L’uscita di Alfano però rischia di non aiutare il dialogo. E di spingere la Corea del Nord su posizioni più radicali. L’Italia è un Paese leader dell’Unione Europea, e la sua presa di posizione offre a Kim l’alibi per interrompere i canali di comunicazione con Europa ma anche Stati Uniti.

Il Ministro degli Esteri italiani ha spiegato la sua decisione come uno strumento per esercitare pressione sui nordcoreani dopo i recenti test missilistici.

Non si capisce perché Alfano non abbia preso prima questa decisione.

Non gradire in questo momento l’ambasciatore della Corea de Nord è un peso che incombe troppo sui già difficili tentativi di avere contatti diplomatici tra Washington e Pyongyang, con la Cina come garante.

In altre parole, l’intervento italiano appare in questo momento un’entrata a gamba tesa nella partita coreana. Di fatto uno scivolone pericoloso che rischia di fare irritare Stati Uniti e Cina.

1 COMMENT

  1. Che ne sa alfano poverino della corea del nord!.non ha mica tutti i torti ,per farsi vedere a espulso un amabasciatore e non sapeva di chi era eda dove veniva cerchiamo di capirlo diavolo

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