Il presidente francese scavalca la politica estera dell’Unione Europea riproponendo in chiave attuale la strategia di De Gaulle.
Il presidente francese ci riprova. Macron sfida l’Ue sulla politica estera. Con un’iniziativa diplomatica nei Balcani e verso l’Iran, il capo dell’Eliseo scavalca l’Unione Europea, presentandosi come mediatore di crisi e instabilità regionali. La scorsa settimana ha offerto la mediazione francese per riaprire il dialogo tra Serbia e Kosovo. Poi, nel pieno della crisi iraniana ha annunciato di volere incontrare Donald Trump, Hassan Rohani e Theresa May (o il premier che la sostituirà) per trovare una soluzione politica e evitare l’escalation. La condotta di politica estera di Macron appare un riadattamento in chiave attuale della politica di Charles De Gaulle. Autonomia a tutto campo delle scelte francesi, patto di ferro con la Germania (la formula gollista “dall’Atlantico agli Urali…”), allontanamento dagli Stati Uniti, iniziativa diplomatica francese ovunque nel mondo per portare il Paese alla grandeur e a essere attore di primo piano sul palcoscenico mondiale. A dimostrarlo sono proprio le iniziative diplomatiche nei Balcani e nel Golfo, il Trattato bilaterale di Aquisgrana con la Germania, la lite con gli americani, la presenza francese negli scenari di crisi africani e mediterranei. Se a tutto questo si aggiunge lo Macronscontro politico con l’Italia e la storica diffidenza reciproca con gli inglesi, è facile prevedere che per l’attività diplomatica dell’Unione Europea e del suo alto rappresentante per la politica estera si prospettano tempi più difficili.