Longread: un anno di guerra in Ucraina

Un anno fa Putin attaccava l’Ucraina. In dodici mesi abbiamo assistito al ritorno della guerra in Europa, allo scontro tra democrazia e autocrazia, al timore di una guerra nucleare.

Il 24 febbraio 2022 Vladimir Putin dava l’ordine all’esercito russo di attaccare. Dopo un anno di guerra in Ucraina, il Financial Times ha rivelato che il ministro degli esteri della Russia, Serghej Lavrov, non era stato avvisato. Commentò la notizia così: “Putin si fida solo di tre consiglieri: Ivan il Terribile, Pietro il Grande e Caterina la Grande”. La guerra significò un attacco al cuore dell’Europa e, soprattutto, alla democrazia, come scrive su Repubblica Ezio Mauro.

La guerra in Ucraina è uno scontro tra democrazia e autocrazia, tra i principi del diritto internazionale e la violazione generalizzata delle norme internazionali, tra l’ordine mondiale e il suo rovesciamento in maniera violenta.

In dodici mesi ci sono stati tentativi di negoziato, che è stato abbandonato, piani di pace che non hanno portato a molto. Da ultimo è arrivato il piano cinese per una soluzione del conflitto. Si parla anche di una pace alla coreana. La Francia continua a essere attiva sul fronte diplomatico e mantiene una linea di dialogo aperta con il Cremlino. Qualcuno scrive che Emmanuel Macron aspiri al Nobel per la Pace.

Per un anno abbiamo vissuto quotidianamente con il rischio di una guerra nucleare. Un timore che avevamo dimenticato di provare e che si è brutalmente riproposto.

L’Europa aveva dimenticato cos’è l’aggressione di uno Stato a un altro. L’ultimo conflitto sul continente è stato quello balcanico, che seguì alla disgregazione della ex-Jugoslavia e aveva le sembianze più di una guerra civile che di un conflitto tra stati.

Il ritorno del rischio di guerra nucleare

La storia è un insegnamento prezioso e i corsi e ricorsi storici ritornano sempre come ci ha insegnato Gianbattista Vico. Facciamo quindi un salto nel passato per capire il presente e vedere le similitudini.

Negli anni ’60 del secolo scorso, nel pieno della Guerra Fredda, un’idea guida con cui si interpretava il sistema internazionale era quella di una solidarietà tra le due superpotenze contro la guerra totale. Entrambe le potenze sapevano che in caso di guerra nucleare sarebbero state loro stesse le prime vittime.

Stati Uniti e Unione Sovietica avevano un interesse comune al di là dell’incompatibilità ideologica: la volontà di non distruggersi a vicenda. Questa dottrina era diffusa nelle università americane e negli istituti di ricerca. Tanto che la adottò anche John Fitzgerald Kennedy.

Dopo sessant’anni quel meccanismo non è cambiato. Nato e Russia sanno bene cosa comporterebbe l’uso di armi nucleari. Non ci sono più solo due superpotenze, ma ci sono diversi Stati con armi atomiche. Cina, Pakistan, India, Gran Bretagna e Francia.

La resistenza dell’Ucraina continua grazie anche all’equilibrio nucleare. La fornitura di armi e aiuti militari dall’Occidente dà a Kiev il supporto per combattere e anche un appoggio morale. Ma la tenuta dell’Ucraina è legata soprattutto alla dissuasione nucleare. Putin si guarda bene dal ricorrere a armi più potenti perché sa che la Nato non starebbe a guardare. E’ lo stesso meccanismo degli anni ’60 che abbiamo già visto.

Cos’è la proposta cinese per l’Ucraina

A un anno dall’inizio della guerra della Russia contro l’Ucraina, la Cina offre una proposta in 12 punti per porre fine ai combattimenti.

La proposta segue il recente annuncio della Cina che sta cercando di agire come mediatore nella guerra che ha consolidato le alleanze occidentali viste da Pechino e Mosca come rivali. L’alto diplomatico cinese ha spiegato che il piano è stato presentato alla conferenza sulla sicurezza di Monaco.

Il governo del presidente Xi Jinping ribadisce la neutralità della Cina. Il documento cinese fa eco alle affermazioni russe secondo cui i governi occidentali sono responsabili dell’invasione del 24 febbraio 2022 e critica le sanzioni alla Russia.

All’incontro di Monaco, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha espresso scetticismo sulla posizione di Pechino prima della presentazione del piano. Per Blinken la Cina ha fornito “assistenza non letale” a sostegno della guerra del presidente russo Vladimir Putin e ha affermato che gli Stati Uniti hanno informazioni secondo cui Pechino sta “considerando di fornire un supporto letale”. La Cina ha definito l’accusa una “diffamazione” e ha affermato che mancano prove.

La proposta della Cina chiede un cessate il fuoco, colloqui di pace e la fine delle sanzioni contro la Russia.

La Cina ha attribuito la responsabilità delle sanzioni ad altri “paesi rilevanti” senza nominarli. Questi paesi, afferma, “dovrebbero smetterla di abusare delle sanzioni unilaterali” e “fare la loro parte per ridurre la crisi ucraina”.

Molti dei 12 punti sono molto generici e non contengono proposte specifiche.

Senza menzionare né la Russia né l’Ucraina, Pechino ritiene che la sovranità di tutti i paesi dovrebbe essere rispettata. Non ha specificato che vale anche per l’Ucraina e la Crimea sottratta dalla Russia nel 2014.

La proposta condanna anche una “mentalità da guerra fredda”, un termine che spesso si riferisce agli Stati Uniti e all’alleanza militare USA-Europa NATO. “La sicurezza di una regione non dovrebbe essere raggiunta rafforzando o espandendo i blocchi militari”.

Altri punti chiedono il cessate il fuoco, i colloqui di pace, la protezione dei prigionieri di guerra e la cessazione degli attacchi contro i civili, senza elaborare, oltre alla sicurezza delle centrali nucleari e all’agevolazione delle esportazioni di grano.

Zelensky apre al piano cinese

Volodymyr Zelensky ha cautamente accolto con favore il piano di pace della Cina per porre fine all’invasione russa dell’Ucraina, ma ha affermato che sarebbe accettabile solo se portasse Vladimir Putin a ritirare le sue truppe da tutto il territorio ucraino occupato.

Parlando in una conferenza stampa a Kiev per celebrare il primo anniversario dell’attacco su vasta scala di Mosca, il presidente ucraino ha detto di “voler credere” che Pechino fosse interessata a una “pace giusta”. Ciò significava non “fornire armi alla Russia”, ha detto, aggiungendo: “Sto facendo del mio meglio per impedire che ciò accada. Questa è la priorità numero uno”.

I leader occidentali sono scettici sulla proposta e sostengono che Pechino non abbia la credibilità internazionale per agire da mediatore. L’Ucraina ha escogitato la sua formula di pace in 10 punti. Chiede il ritiro delle truppe russe, riparazioni e azioni penali per la leadership di guerra della Russia.

Venerdì Zelensky ha dichiarato di essere disposto a prendere in considerazione alcuni aspetti della proposta cinese. Ha detto che ha in programma di incontrare il presidente Xi Jinping e ha detto che sarebbe “utile” sia per i paesi che per la sicurezza globale. “Per quanto ne so, la Cina rispetta l’integrità storica”, ha sottolineato, aggiungendo: “Lavoriamo con la Cina su questo punto. Perché no?”

Ma sembra che ci siano poche prospettive realistiche di qualsiasi negoziato diretto con la Russia, un anno dopo che Putin ha inviato il suo esercito per impadronirsi di Kiev e per rovesciare il suo governo filo-occidentale. Zelensky – che indossava un pile nero, pantaloni kaki e stivali da deserto – ha detto che al momento è impossibile scendere a compromessi con una leadership russa “malata” e “sanguinosa”.

Ha ricordato come gli ucraini “non sono corsi dalle truppe russe con i fiori” quando hanno attraversato il confine un anno fa e invece li hanno accolti con le armi. La Russia si era trasformata da “vicino e amico” in un prodigioso assassino che “uccideva e torturava persone” e rapiva bambini, ha detto.

“Pensi che possiamo sederci e negoziare con loro dopo questo?” chiese. “Devono smetterla di bombardarci, distruggere infrastrutture, lanciare attacchi aerei, uccidere animali e bruciare foreste”.

Zelensky ha parlato per due ore e mezza in un seminterrato nel centro di Kiev. Era rilassato, sicuro di sé, appassionato e talvolta divertente, parlava principalmente in ucraino ma con sprazzi di inglese. Su uno sfondo verde c’era la scritta: “Anno dell’invincibilità”.

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