Sul fronte diplomatico continua lo stallo. L’iniziativa politica non porta risultati nella guerra tra Hamas e Israele. Unico segnale positivo è l’accordo con l’Egitto per gli aiuti a Gaza.
Eppur non si muove. Lo stallo diplomatico sul fronte della guerra tra Hamas e Israele è evidente. L’incontro a Tel Aviv tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente americano Joe Biden ha portato a poco o niente. Una garanzia Usa a supportare la sicurezza di Israele e la presa di posizione americana sul fatto che i missili sull’ospedale di Gaza non li ha lanciati l’esercito israeliano.
Se a Tel Aviv la diplomazia ha dato pochi risultati, non è andata meglio a Pechino dove il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato la sua controparte cinese Xi Jinping. Anche qui pochi risultati e tante dichiarazioni retoriche per far intendere una collaborazione più forte tra russi e cinesi. La verità è che quella tra Mosca e Pechino è un’alleanza di convenienza nella quale permane l’atteggiamento cauto della Cina che si è costruita l’immagine di chi sta alla finestra a vedere cosa succede. Ai cinesi interessa la tutela del progetto della nuova via della Seta.
Il vero disastro diplomatico è successo ancora una volta dentro l’Onu. Più che un tempio della diplomazia, il Palazzo di Vetro di New York appare un ring di pugili che si studiano e ogni tanto provano qualche pugno. Nella seduta del Consiglio di Sicurezza gli Stati Uniti hanno messo il veto su una risoluzione che chiedeva la pausa umanitaria del conflitto. Regno Unito e Russia si sono astenuti. Nonostante 12 membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu abbiano votato a favore, la risoluzione non è passata in quanto il voto contrario degli Usa vale come diritto di veto.
All’Onu la Russia manda messaggi sulla necessità di riconoscere lo Stato palestinese con capitale Gerusalemme Est. Israele accusa l’Onu di essersi già dimenticata dell’attacco di Hamas.
La diplomazia sembra muoversi verso il disordine. Unica nota in controtendenza è l’annuncio dell’accordo raggiunto tra egiziani e israeliani sugli aiuti a Gaza da parte dell’Egitto.