La vera aspirazione russa va oltre il Donbass. L’obiettivo è prendere Kiev. Il dribbling di Putin e Lavrov in Ucraina.
Emmanuel Macron e Olaf Scholtz credono ancora alla parola di Vladimir Putin? I leader di Francia e Germania hanno avuto un colloquio telefonico di 80 minuti con il presidente russo. Gli hanno chiesto di nuovo il cessate il fuoco e il ritiro dei militari dall’Ucraina. Putin ha risposto che Mosca è ancora aperta a una ripresa del dialogo con Kiev.
Donbass sotto attacco
Mentre il dittatore russo era al telefono con Macron e Scholtz, le sue forze armate lanciavano attacchi pesanti nel Donbass, soprattutto a Severodonetsk dove stanno conducendo anche operazioni di terra nell’area cittadina. E’ la solita tattica del capo del Cremlino. Si mostra aperto al dialogo ma tiene il bastone nascosto dietro la schiena ben stretto tra le mani.
Quindi si torna alla domanda iniziale. C’è da fidarsi quando Putin si dice aperto alla ripresa di un dialogo con Kiev? Se guardiamo ai fatti sul terreno, direi che la risposta è no. L’esercito di Mosca sta attaccando a 360 gradi nel Donbass e probabilmente non si fermerà solo all’Ucraina orientale.
Lo dimostra la vicenda di Kharkiv. I soldati russi sono tornati all’attacco nel giorno in cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato in città per incoraggiare cittadini e esercito. E’ raro che Zelensky lasci Kiev. Subito dopo la sua partenza si sono avvertite esplosioni.
Tornando al Donbass, i giornalisti sul posto raccontano che la situazione nel Lugansk è drammatica. I lanci di bombe e razzi sono così intensi che non è stato possibile valutare i danni e i morti.
Perché il negoziato con Kiev rischia di saltare
Putin promette il dialogo con Kiev ma sa benissimo che il banco salta non appena deciderà il futuro dei territorio conquistati. Molto probabilmente la Russia annetterà il Donbass “liberato”, la regione di Kherson e la provincia di Zaporizhzhia. Il Cremlino annetterà questi territori proprio come ha fatto con la Crimea nel 2014.
Il ministro degli Esteri Serghej Lavrov ha detto in un’intervista alla tv francese che le repubbliche di Lugansk e Donetsk non saranno annesse perché l’intervento militare è avvenuto su una loro richiesta di aiuto. Saranno i cittadini a scegliere. Per Lavrov vale lo stesso discorso di Putin. Siamo ancora disposti a credere ancora alla parola di Lavrov?
Se l’annessione avviene, e molto probabilmente succederà, per Zelensky sarà difficile accettare un negoziato. L’Ucraina non è disposta a cedere alcuna zona né a subire amputazioni territoriali. Putin lo sa ma finge di non saperlo e mostra a Macron e Scholtz, il volto umano di chi cerca una soluzione diplomatica. I leader di Francia e Germania sono solo gli ultimi di una lunga serie di autorità straniere sbeffeggiate dal capo del Cremlino.
Mosca potrebbe anche accusare l’Ucraina di aggressione
La strategia russa punta con l’annessione a un altro obiettivo. Se i territori attualmente occupati diventano parte della Russia, Mosca potrà accusare l’Ucraina di aggressione nel caso Kiev decida di riprenderseli. Una situazione paradossale che unisce i danni alla beffa. Putin e Lavrov potrebbero gridare al mondo di essere aggrediti e quindi usare la forza come legittima difesa. Vedremo in questo caso come reagiranno i Paesi occidentali.
Joe Biden lo sa
A Washington questo scenario è ben chiaro. Joe Biden da mesi ritiene che sia inutile cercare di trattare con Putin. Per questo gli Stati Uniti stanno dirigendo miliardi di dollari e tonnellate di armi in Ucraina. Gli americani sostengono che l’unico linguaggio che comprende l’attuale establishment russo sia quello della forza.
La resistenza ucraina ha già mostrato di mettere in crisi i russi nei primi mesi della guerra, costringendo i militari e il dittatore che li comanda a cambiare i piani. Così, hanno concentrato tutte le loro forze nel Donbass per potenziare l’offensiva militare e portare a casa un risultato.
Quella Usa è una posizione diversa da quella europea espressa bene da Mario Draghi nel suo incontro con Biden alla Casa Bianca. L’Europa appoggia la scelta di inviare armi e aiuti agli ucraini ma allo stesso tempo lascia aperto il canale del dialogo. Un canale che sta funzionando perché Putin con i leader europei ci parla. Ma alle parole non seguono i fatti. Anzi, dopo ogni colloquio l’offensiva russa sembra intensificarsi. Forse ha ragione Biden quando dice che con la Russia è attualmente inutile trattare.
Putin non ha rinunciato a Kiev
Putin non ha rinunciato del tutto all’idea di prendere Kiev, scrive il Guardian. I segnali arrivano dalla stessa Russia. Il sito online russo in lingua inglese, Meduza, cita fonti ufficiali secondo cui il Cremlino sta prendendo in considerazione un altro attacco alla capitale e di fare capitolare tutta l’Ucraina. E’ molto difficile ascoltare ancora le parole di Putin e Lavrov.