L’Africa dei colpi di Stato: dopo il Burkina Faso tocca alla Guinea Bissau

Nel paese dell’Africa occidentale è in corso un colpo di Stato. Una settimana dopo il Burkina Faso tocca alla Guinea Bissau.

In Guinea Bissau c’è stato un tentativo di colpo di Stato. L’Ecowas, l’organizzazione che raggruppa 16 Stati dell’Africa occidentale, e l’Unione Africana hanno condannato il tentativo di golpe. Anche l’Onu si è unita alla condanna. Non si sa ancora cosa stia succedendo nel Paese.

I media locali, citati da Al-Jazeera e Reuters, riportano che uomini armati hanno circondato il palazzo presidenziale. Gli stessi media scrivono che nella capitale si sono sentiti spari da arma da fuoco nei pressi della sede del governo.

L’attacco al palazzo è avvenuto durante un meeting tra il presidente Umaro Sissoco Embalo e il primo ministro Nuno Gomes Nabiam.

Il network televisivo statale ha spiegato che la sparatoria ha causato danni alla sede governativa, che si trova vicino all’aeroporto. I golpisti hanno “trattenuto” funzionari governativi.

Il presidente, raggiunto per telefono dall’agenzia stampa Afp, ha detto di stare bene e che la situazione è sotto controllo. Embalo dovrebbe parlare alla nazione. Il Ministro degli Esteri del Portogallo ha confermato che il presidente Embalo si trova nel suo ufficio. Non è comunque chiaro se l’attacco sia finito.

Intanto, l’Afp racconta che nella capitale la gente sta fuggendo, i mercati locali sono chiusi, banche e negozi hanno barricato le porte, nelle strade si vedono camion carichi di militari che attraversano le strade.

Se il colpo di Stato fosse confermato, sarebbe il secondo golpe in Africa occidentale nel giro di una settimana dopo quello nel Burkina Faso. E si aggiunge a quelli nel 2021 in Ciad, Sudan, Mali e Repubblica di Guinea.

La Guinea Bissau ha subito 4 colpi di Stato e una dozzina di tentativi di di golpe dal 1974 quando ha dichiarato l’indipendenza dal Portogallo. L’ultimo golpe risale al 2012.

Embalo, 49enne, già brigadiere generale e premier del Paese, è stato eletto presidente nel febbraio 2020 dopo avere vinto il secondo turno elettorale. Il suo partito, il Madem, fu fondato dai ribelli del Paigc, il Partito Africano per l’Indipendenza della Guinea e di Capo Verde che portò il Paese all’emancipazione dal Portogallo.

La Guinea, circa 1,5 milioni di abitanti, è stata al centro di scandali di corruzione e di traffico di droga. Negli anni 2000, il Paese è stato punto di transito per il traffico di cocaina tra America Latina e Europa.

Il golpe, se confermato, peggiora la situazione di instabilità dell’Africa occidentale.

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