La riforma costituzionale di Putin passa con oltre il 77% dei consensi e un’alta partecipazione.
Vladimir Putin compie un altro passo per assicurarsi il potere assoluto e il titolo di padrone della Russia. Gli elettori russi hanno dato il loro benestare alla riforma della Costituzione che consente al presidente di potersi ricandidare per altri due mandati. Nel caso di Putin significa governare fino al 2036.
Il leader del Cremlino ha ottenuto alti consensi e partecipazione. Il 65% degli aventi diritto, secondo la Commissione Elettorale Centrale, è andata a votare per il referendum nonostante la pandemia da Coronavirus. I sì alla proposta di riforma costituzionale hanno sfiorato l’80% dei voti (77,9%). Pieno appoggio dunque al progetto costituzionale di Putin, anche se sono scattate molte denunce di irregolarità.
In un momento di crisi della sua popolarità e con un crescente malcontento sociale, il leader russo ha giocato, dopo due mandati presidenziali, la carta del patriottismo e della stabilità. La strategia gli ha dato ragione. Così Putin mette una pietra sopra a tutte le speculazioni diffuse sulla sua successione politica. Ne esce più forte e autorevole. Ma anche consapevole di guidare un Paese esausto e in crisi economica.
Intanto, le forze di opposizione e le organizzazioni per i diritti civili denunciano irregolarità e promettono battaglia nelle sedi giudiziarie. Un partito, Yabloko, ha presentato una denuncia per compravendita di voti. Ci sarebbero stati, sostengono i suoi militanti, numerosi premi e doni agli elettori.