La Francia sfida l'Europa. La nuova Force de Frappe di Macron

La nascita di una forza di intervento militare con nove Paesi europei è una sconfitta per l’Ue e un altro segnale della crisi irreversibile del progetto europeo.
Emmanuel Macron lancia l’ennesimo guanto di sfida a un’Unione Europea sempre più paralizzata nei suoi intricati meccanismi di burocrazia e conservatorismo. Lo strappo del presidente francese questa volta si chiama alleanza militare. Ieri ha formalizzato una forza d’intervento rapido per situazioni di crisi tra nove Stati europei. Fin qui tutto regolare se non fosse che la task force è stata creata fuori dal contesto dell’Unione. Un messaggio chiaro rivolto all’Ue: siete troppo lenti e io provo a accelerare da solo.
La posizione di Macron non è una novità. Il capo dell’Eliseo era stato eletto da poco alla presidenza della Repubblica quando mise in chiaro le cose con Bruxelles: “O si cambia passo, o la Francia non starà più in una comunità europea lenta e paralizzata dai veti incrociati. Allo stesso modo era stato chiaro sulla questione dell’esercito europeo. In un intervento alla Sorbona di Parigi lo scorso settembre e fresco di nomina presidenziale, il Presidente aveva alluso al fatto che se sulla costruzione militare europea si fosse continuato a frenare allora la Francia avrebbe proceduto fuori dall’Ue.
Spesso percepito come una figura di mezzo tra il conservatorismo moderato gollista e il progressismo alla Hollande, Macron mostra la sua anima più decisionista facendo una forzatura dalle conseguenze inevitabili sull’Unione Europea: far nascere un’alleanza militare tra nove Paesi europei per smuovere la lentezza di Bruxelles.
La mossa di Parigi ricorda tanto quella della Quarta Repubblica francese: la force de frappe, o forza d’urto, concepita come uno strumento di dissuasione nucleare. La inventò per primo nel 1957 Guy Mollet e poi fu proseguita dal generale De Gaulle quando raggiunse la presidenza e creò la Quinta Repubblica. Certo quella di Macron è una force de frappe rinnovata anche se i suoi fondamenti sono gli stessi di allora.
Diversamente dal 1957, non c’è più la Guerra Fredda e la deterrenza nucleare con il blocco sovietico. Tuttavia, esistono oggi nuove sfide globali che possono mettere a rischio la stabilità e lo status quo dell’Europa. Dalla pressione migratoria alla irrequietezza russa, sono tanti glielementi di minaccia alla sicurezza internazionale. Il capo dell’Eliseo lo sa. Così come sa che serve in tanti casi avere una forza di intervento rapido per dare risposte concrete.
Su questo ultimo aspetto, l’Ue ha avviato un percorso per arrivare a istituire un esercito europeo. Ma i tempi sono lunghi e Macron, con lui i francesi, non può aspettare. E con una sola mosssa, Presidente ha tirato uno schiaffo morale e politico all’Italia e all’Unione Europea.
Con Roma i rapporti sono molto tesi per via della querellle sui migranti. Il botta e risposta con Roma nelle scorse settimane non è ancora stato raffreddato. Bruxelles invece rischia di rimanere umiliata. Perché il lavoro diplomatico condotto dall’Alto Rappresentante per la politica estera europea Federica Mogherini rischia ora di evaporare in un attimo a causa della mossa di Macron. Uno schiaffo morale e politico non solo all’Ue ma alla Mogherini in particolare.
Ovidio Diamanti

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