La situazione in Siria dopo la caduta del regime di Bashar Al-Assad l’anno scorso ha peggiorato notevolmente le tensioni nei rapporti tra Turchia e Israele.
La fine del governo del presidente siriano Bashar al-Assad ha aggravato le relazioni già tese tra Turchia e Israele.
Entrambi i Paesi hanno interessi contrastanti in Siria che dirigendo le loro relazioni verso una possibile rotta di collisione.
La Turchia, che sostiene gruppi contrari ad Assad, è emersa come un attore chiave in Siria e sta sostenendo il processo per una Siria stabile e unita, in cui un governo centrale mantenga l’autorità sull’intero paese.
Il governo turco ha accolto con favore l’accordo che il nuovo governo ad interim della Siria ha firmato questa settimana con le Forze democratiche siriane guidate dai curdi, o SDF, per integrarsi con il governo e l’esercito siriani. Data la storica posizione anticurda di Ankara, il fatto di essere favorevole all’integrazione dei curdi nel governo siriano è per la Turchia un evento straordinario e storico.
Israele, d’altro canto, continua a essere profondamente sospettoso del presidente ad interim della Siria, Ahmad al-Sharaa, soprattutto per le sue radici in al-Qaida. È anche diffidente dell’influenza della Turchia su Damasco. Israele dà l’impressione di preferire una Siria frammentata. La preoccupazione di Israele deriva dal fatto che con Assad la Siria è stata trasformata in un terreno fertile per l’Iran, e i delegati di Teheran.
Dopo la caduta di Assad, Israele ha conquistato una porzione di territorio nella Siria meridionale. Secondo i funzionari israeliani lo scopo della conquista è di tenere lontani i gruppi ostili dal suo confine. Il nuovo governo siriano e le Nazioni Unite hanno ritenuto che le incursioni di Israele violano un accordo di cessate il fuoco del 1974 tra i due paesi e hanno chiesto a Israele di ritirarsi. Israele ha anche condotto attacchi aerei contro le basi militari lasciate dalle forze di Assad e ha proposto piani per mantenere una presenza a lungo termine nella regione.
Gli analisti ritengono che Israele sia preoccupato per la possibilità che la Turchia espanda la sua presenza militare all’interno della Siria. Dal 2016, la Turchia ha avviato operazioni nella Siria settentrionale per respingere le milizie curde siriane legate al Partito dei lavoratori del Kurdistan, o PKK, messo al bando, e mantiene influenza nel nord del paese attraverso basi militari e alleanze con gruppi che si opponevano ad Assad.
I funzionari della difesa turca hanno ribadito che la Turchia e la Siria stanno collaborando per rafforzare la difesa e la sicurezza del paese e che una delegazione militare visiterà la Siria la prossima settimana.
Israele non è d’accordo. Secono funzionari israeliani, citati dalla Asscoiated Press, il governo non tollerererà una presenza militare siriana a sud di Damasco. I militari hanno quindi minacciato di invadere un sobborgo di Damasco in difesa dei membri della setta minoritaria drusa, che vivono sia in Israele che in Siria, dopo che sono scoppiati scontri di breve durata tra le nuove forze di sicurezza siriane e le fazioni armate druse. La distanza da Damasco alle alture del Golan controllate da Israele è di circa 60 chilometri.
Turchia e Israele un tempo erano stretti alleati, ma la loro relazione è stata segnata da profonde tensioni sotto il governo di oltre due decenni del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, nonostante brevi periodi di riconciliazione. Erdogan è un critico esplicito delle politiche di Israele nei confronti dei palestinesi, mentre Israele è stato irritato dal sostegno di Erdogan al gruppo militante Hamas, che Israele considera un gruppo terroristico.
Dopo la guerra a Gaza, la Turchia ha fortemente denunciato le azioni militari di Israele, ha annunciato che avrebbe tagliato i legami commerciali con Israele e si è unita a un caso di genocidio che il Sudafrica ha intentato contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite.