Il presidente messicano aveva promesso di riportare i militari nelle caserme. Ora approva un progetto di legge che tiene i militari sulle strade del Messico fino al 2028.
Da fermo oppositore al presidio dei soldati sulle strade del Messico a convinto sostenitore della presenza dei soldati. E’ il ribaltone del presidente messicano Andrés Manuel López Obrador, leader della sinistra centro e sud americana.
L’ordine geopolitico secondo il presidente Obrador
Il Congresso del Messico ha votato a favore dell’estensione della presenza dei militari nelle strade fino al 2028. Le truppe svolgono da anni compiti di pubblica sicurezza nell’ambito della guerra del Messico contro la droga e le bande che controllano il loro commercio. I critici affermano che l’estensione dei doveri militari per altri sei anni militarizza ulteriormente il paese. I gruppi per i diritti umani affermano che la militarizzazione dei doveri di polizia ha portato a violazioni dei diritti umani e ulteriori violenze.
I membri del partito presidenziale hanno sostenuto che se l’esercito fosse stato tolto dalle strade, la popolazione messicana sarebbe stata lasciata alla mercé delle bande della criminalità organizzata. Il disegno di legge è stato approvato dopo una maratona alla Camera dei Deputati con 339 voti favorevoli e 155 contrari. Dovrà ancora essere approvato dalle legislature di 31 stati e della capitale, Città del Messico, per diventare legge, ma il grande ostacolo è stato farlo approvare al Congresso. La mossa ha il sostegno del presidente Obrador. Prima di entrare in carica, López Obrador era un oppositore della presenza di truppe nelle strade e ha fatto una campagna con la promessa di riportarle nelle loro caserme.