Il ministro degli esteri russo ironizza su sovranità e paesi occidentali. Stanco e con meno verve, il delirio di Lavrov è un indicatore della crisi russa.
La Russia rimane fedele alla linea di confondere continuamente le carte sul tavolo da gioco per destabilizzare l’avversario. Fin dall’ammassamento di migliaia di militari al confine ucraino, Mosca ha raccontato al mondo bugie a ripetizione con un atteggiamento a volte beffardo e da bullismo politico. Ne avevo già parlato qui. L’ultimo atto di arroganza in ordine di tempo arriva dal ministro degli Esteri Serghej Lavrov, uno dei più esperti diplomatici a livello mondiale. Il capo della diplomazia del Cremlino ha accusato i paesi occidentali di pensare che “la sovranità sia solo la loro”. Una farneticazione che scredita l’esponente russo e mostra la crisi politica del cerchio magico di Valdimir Putin. Il delirio di Lavrov non me lo aspettavo. Un esponente di un paese che agli occhi del mondo è l’aggressore di questa guerra in Ucraina fa ironia e la morale agli altri sul rispetto di quella sovranità che ha calpestato. Lavrov si spinge anche più in là. Aggiunge che chi vuole la sconfitta della Russia non ricorda la storia. Purtroppo per lui la storia l’abbiamo studiata bene. La Russia ha vinto quando è stata dentro il quadro dell’alleanza con le grandi democrazie. Così è stato nella seconda guerra mondiale se a questo si riferisce il ministro degli Esteri. La bandiera sovietica piantata a Berlino non ci sarebbe stata senza i vertici trilaterali. Nella guerra fredda la Russia è stata sconfitta. Si è impaltanata in Afghanistan allo stesso modo degli Stati Uniti in Vietnam. Ha rischiato una guerra con la Cina dopo scontri a fuoco lungo il fiume Ussuri. Se si va più indietro stesso destino. Le guerre zariste per gli Stretti del XIX secolo non gli hanno portato granché. Nel 1905 la Russia ha subito una pesante sconfitta sul piano militare e diplomatico dal Giappone. La prima guerra mondiale è stata un disastro tanto da causare la rivoluzione comunista e la salvezza in corner con il patto Brest-Litovsk del 1918. Infine un appunto tutto per Lavrov: meglio non andare a guardare troppo in profondità la storia russa perché potrebbero emergere elementi interessanti sull’affidabilità del Paese nelle relazioni internazionali. Il patto Molotov- Ribbentrop insegna.