Il califfo Baghdadi è morto (ancora una volta), ma l’Isis è vivo

Notiziario Estero – Quante volte è già morto, o è stato ferito a morte il Califfo dell’Isis al-Baghdadi? Intanto lo Stato Islamico è vivo e vegeto.

Donald Trump ha annunciato che il Califfo dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi è morto. Un raid americano in Siria ha colpito il fondatore dello Stato Islamico. Secondo la ricostruzione della Casa Bianca, Baghdadi è’ morto dopo essere fuggito in un vicolo cieco, piangendo e urlando. Si è fatto saltare in aria e ha ucciso tre dei suoi figli che erano con lui. Il presidente americano ha spiegato di avere seguito il blitz dell’esercito Usa in diretta alla Casa Bianca. Sono stati usati 8 elicotteri. Ci sono molte vittime. Il raid è stato possibile grazie alla collaborazione degli Stati Uniti con Russia, Turchia, Siria, Iraq e curdi siriani.

Quante volte è morto al-Baghdadi?

La notizia della morte del Califfo dell’Isis si è diffusa velocemente nel mondo. Inevitabile che farà aumentare anche il consenso interno di Trump a un anno dalle elezioni presidenziali. La morte del Califfo, o la sua menomazione, è stata annunciata più volte. Come il 21 aprile 2015. Un servizio esclusivo del britannico The Guardian raccontava che il capo dell’Isis era stato ferito gravemente un mese prima nell’Iraq settentrionale dopo un raid aereo della coalizione anti-Stato Islamico targata Usa. Secondo il quotidiano britannico, il leader dell’Isis è stato in fin di vita ma ha recuperato lentamente. Non aveva più il controllo però dello Stato Islamico. I capi dell’Isis pensavano che Baghdadi morisse. Tanto che avevano già convocato una riunione d’urgenza per nominare un nuovo Califfo. Poco dopo, 1 maggio 2015, il Guardian ritorna sulla notizia. Il leader dell’Isis – scriveva il quotidiano britannico- è rimasto paralizzato dopo le ferite subite da un raid aereo della coalizione a guida Usa. A capo dello Stato Islamico era subentrato Abu Alaa al-Afri. Il Pentagono manteneva invece riserbo sulla vicenda, esprimendo anche dubbi sull’uccisione e il ferimento di Baghdadi. Il 12 ottobre 2015, circola la notizia della morte del Califfo. Con tanto di fotografie. Un raid aereo condotto dall’aviazione irachena aveva colpito un convoglio nell’Iraq occidentale, uccidendo otto miliziani. Uno di loro, secondo i media, sarebbe stato il capo dell’Isis al-Baghdadi. Successivamente, è l‘agenzia Reutersi a smentire: i residenti della città vicina e l’ospedale hanno riportato alla Reuters che tra i morti non c’era il Califfo. Sulla vicenda interviene anche lo Stato Islamico. Un tweet dell’Isis ha spiegato che le voci di un raid aereo che ha colpito il convoglio di al-Baghdadi erano false. Per almeno un anno è calato il silenzio sulla sorte del capo islamico. Fino al 26 agosto 2017 quando si torna a parlare di lui. Ryan Dillon, colonnello dell’esercito Usa, dice che il Califfo può essere morto ma anche vivo. In ogni caso, ha spiegato al quotidiano spagnolo El Paìs, non controlla più lo Stato Islamico. Sempre a agosto 2017, la Russia aveva scritto che forse Baghdadi era morto. Prima ancora una Tv irachena aveva dato per certa la morte del Califfo. A smentire questa volta le voci di una sua morte è stato lo stesso al-Baghdadi. Un audio pubblicato il 29 settembre 2017, faceva sentire la voce del capo del Califfato, che incitava i jihadisti a colpire in tutto il mondo. Si arriva infine al 29 luglio 2019. Torna l’ipotesi della paralisi. “Abu Bakr al Baghdadiscrivevamo su Notiziario Estero– è paralizzato. Il califfo dell’Isis ha subito lesioni alla colonna vertebrale durante un raid aereo della coalizione internazionale nei pressi di Hajin, città vicina al confine con l’Iraq. Due schegge lo avrebbero colpito mentre incontrava i suoi assistenti nei pressi della città siriana. Lo ha raccontato un esponente dell’intelligence irachena alla stampa. Secondo quanto riporta il quotidiano di Baghdad Al Sabaah, il califfo dello Stato Islamico si trova in Siria e ha ancora una forte influenza sui seguaci dell’Isis”.

Lo Stato Islamico è vivo

Se il al-Baghdadi è morto davvero, l’Isis è vivo e rialza la testa. L’intervento militare della Turchia in Siria ha ridato linfa ai jihadisti, secondo il magazine americano Foreign Policy. L’operazione contro i curdi ha permesso a molti combattenti del Califfato di fuggire e riorganizzarsi. La minaccia dell’Isis in Siria dunque ritorna. Fp scrive anche che sono centinaia i miliziani islamici e loro famiglie fuggiti durante l’incursione turca. Jen Kirby è un giornalista del magazine Vox. Ha riportato che i curdi lasciati a fare la guardia ai centri di detenzione dei miliziani Isis sono stati impiegati per resistere all’attacco turco. Così molti jihadisti son riusciti a fuggire.

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