Ucraina: i conservatori Usa mettono a rischio gli accordi di Minsk

La soluzione pacifica della questione ucraina potrebbe essere a rischio. I falchi repubblicani nella Commissione difesa del Senato Usa minacciano gli accordi di Minsk II firmati in Bielorussia.

 

A Washington i falchi tentano di creare un clima antirusso mettendo a rischio la tregua ucraina
Il senatore repubblicano John McCain

A Washington qualcuno prova a disfare il processo di pace ucraino, già di per sé precario, che ha mosso i primi timidi passi con gli accordi sottoscritti a Minsk qualche mese fa.

Un gioco pericoloso che avviene mentre i ministri degli esteri dell’Osce, riuniti a Belgrado lo scorso 28 aprile, hanno ribadito che la crisi ucraina può essere superata attraverso mezzi pacifici. Il processo politico va continuato senza ritardi e rispettando in maniera incondizionata il cessate il fuoco.

Lo stesso giorno in cui l’Osce si riuniva a Belgrado, la Commissione difesa del Senato degli Stati Uniti era convocata con un ordine del giorno assai significativo: La politica di sicurezza degli Stati Uniti in Europa.

Il presidente della Commissione è il senatore repubblicano John McCain che ha aperto la seduta andando dritto al punto elencando una serie di “peccati” russi. Lo ha fatto in una maniera così esplicita che la rivista statunitense The Nation ha ironizzato dicendo che l’ordine del giorno poteva intitolarsi “I russi stanno arrivando”. Un clima quindi da caccia alle streghe.

McCain ha attaccato l’amministrazione Obama e la sua politica troppo soft verso Putin accusato di mettere in atto un progetto di neoimperialismo.

Il senatore repubblicano McCain ha poi accusato la Russia di violare l’accordo sul cessate il fuoco di Minsk. Quindi, ha lanciato un messaggio agli alleati della Nato invitandoli a fare come Estonia e Polonia che hanno aumentato il loro budget per le spese militari. Poi ha concluso con un appello al presidente Obama affinché invii armi all’Ucraina per difendersi.

Tra i sostenitori della linea dura non c’è solo il senatore McCain. Uno dei falchi più seguiti è Ian Brzezinski, figlio di Zbigniew già segretario di stato americano, rappresentante dell’istituto conservatore Atlantic Council. La sua proposta è che gli Stati Uniti impongano sanzioni economiche ancora più dure verso la Russia. Obiettivo: provocare shock economici alla Russia in modo da indebolirla politicamente e rendere difficili le sue ambizioni geopolitiche. Anche Brzezinski sostiene l’aiuto Usa al riarmo ucraino ma si spinge più in là proponendo di delegare al comando alleato della Nato l’autorità di intervenire autonomamente in Europa contro operazioni militari russe.

Le opinioni di Brzezinski trovano una sponda nel generale Philip Breedlove, a capo delle Forze aeree Usa e membro del comando generale della Nato. Secondo lui il revanchismo russo diventa una minaccia globale e non solo regionale. La rivista tedesca Der Spiegel ha definito Breedlove un esagerato nelle sue posizioni.

Se il tenore delle discussioni a Capitol Hill dovesse prendere sempre più questa piega, sarà dura mantenere in piedi gli accordi di Minsk e trovare una conciliazione con la Russia.

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