Ancora premier dopo una lunga intesa con l’avversario politico Benny Gantz, Benjamin Netanyahu è ora alle prese con i dissapori interni e esterni per la scelta di annettere a Israele i territori della Cisgiordania con insediamenti di coloni ebrei. A opporsi all’annessione è proprio Gantz, che in settimana ha dichiarato di non appoggiare l’annessione delle zone a ovest del fiume Giordano che siano a prevalenza palestinese. Un grosso guaio per Netanyahu. Bibi proprio con la formazione politica di Gantz ha raggiunto un’intesa per formare un governo che non arrivava mai per veti incrociati e numeri introvabili per avere la maggioranza. Il partito del premier, Likud, e la coalizione di Gantz (Blu Bianco) hanno trovato l’accordo con un governo di rotazione. Netanyahu fa il premier per 18 mesi, Gantz per gli altri 18. Nel frattempo il leader di Blu Bianco sta nel governo con alcuni suoi ministri ricoprendo la carica di ministro della difesa e premier supplente. Un esecutivo che è iniziato camminando con equilibrio da acrobata su un filo sottile esposto ai venti della Cisgiordania. E dalla West Bank tira in questo momento aria forte e calda. L’annessione annunciata da Netanyahu quasi il giorno stesso della formazione del governo non trova appoggio da nessuna parte. Non lo trova dall’Autorità Nazionale Palestinese. Non lo trova dalla Giordania, il Paese sempre più aperto e disposto al compromesso con Israele. Il re di Giordania ha dichiarato in settimana che l’annessione della Cisgiordania apre le porte a un conflitto. Non lo trova neppure all’interno del governo israeliano dopo la dichiarazione di Gantz. Come ne uscirà Bibi questa volta?
Grosso guaio per Netanyahu
