Grecia e Macedonia sotto il segno di Alessandro Magno

Atene e Skopje hanno firmato l’accordo che dovrebbe chiudere trent’anni di litigi. L’ex-Repubblica di Yugoslavia potrà chiamarsi Macedonia del Nord. La Grecia si era sempre opposta all’idea che uno Stato potesse chiamarsi come la regione greca con Salonicco.
Dietro alla disputa del nome in realtà c’era molto di più. C’era il nazionalismo di Atene frustrato da millenni di dominazioni straniere su una parte di Macedonia. C’era la storia eroica e mitologica di Alessandro il Macedone (meglio noto come Alessandro Magno) che conquistò un territorio immenso: impero persiano, Asia minore, Egitto, e la regione con gli attuali Pakistan, Afghanistan e India settentrionale. Alessandro, nato nel 356 a.c. fu allievo del filosofo greco Aristotele e ha ottenuto una conquista oltre due millenni dopo: ha messo d’accordo i governi di Atene e Skopje sulla disputa attorno al nome. La Macedonia è legata al grande condottiero. La Grecia ne rivendica i natali (sarebbe nato a Pella, oggi in Grecia). La Macedonia del Nord fa lo stesso. Al confine tra Grecia e Macedonia del Nord entrambi i Paesi hanno accettato di fare un passo indietro. Atene ha mollato la presa sul nome. Skopje ha deciso di ammorbidire la posizione rigida sul nome, che doveva chiamarsi Macedonia secondo i governo.
Mentre la stampa internazionale è impegnata a esaltare l’accordo tra Grecia e Macedonia del Nord, sono scoppiate forti proteste in Grecia e Macedonia del Nord. Sono i movimenti più conservatori che si oppongono alla scelta. Tra quest sono in molti a vedere una spinta forte dell’Ue sull’accordo contrattuale. Resta però necessaria l’approvazione dei rispettivi parlamenti nazionali. Tutto può succedere. Anche che l’accordo venga respinto e quindi non ratificato.

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