Mikhail Gorbacev, ultimo presidente dell’Unione Sovietica, ha compiuto 85 anni. Il quotidiano spagnolo El Paìs lo ha intervistato sulle vicende critiche del 1991, che portarono alla fine dell’Urss, e su quelle attuali. Per il promotore della Perestroika, Putin non ha ambizioni espansioniste in Medio Oriente e in Europa.

Mikhail Gorbaciov ha compiuto 85 anni lo scorso 2 marzo. Per l’occasione il quotidiano spagnolo El Paìs lo ha intervistato nel suo ufficio situato nella centralissima via Leningrado di Mosca.
L’ultimo presidente dell’Unione Sovietica ha raccontato i momenti difficili della crisi politico-istituzionale sovietica del 1991, i suoi difficili rapporti con Boris Eltsin, la pressione dei leader del mondo sulla classe politica russa, le preoccupazioni sulle sorti dello Stato.
Nell’ultima parte dell’intervista, il giornalista di El Paìs ha chiesto l’opinione di Gorbaciov su Vladimir Putin. Il promotore della Perestroika e della Glasnost ha rimproverato a Putin la lentezza del processo democratico in Russia. Gorbaciov ha riconosciuto che tutte le libertà civili introdotte dalla Perestroika continuano a esistere e che la maggior parte dei russi ha votato per Putin. L’ex-segretario del Partito Comunista sovietico ha anche aggiunto che nessuno può sapere quale sarebbe stato il risultato se tutto il processo elettorale, dalla selezione dei candidati in poi, fosse stato veramente libero e democratico.
Sull’annessione della Crimea e l’intervento in Siria, secondo Mikhail Gorbaciov non ha ambizioni espansioniste in Medio Oriente o in Europa. La prova, ha spiegato Gorbaciov, sta in alcuni avvenimenti. In Crimea c’è stato un referendum che ha espresso in maniera molto chiara la volontà dei cittadini: “La Crimea si sente russa – ha detto Gorbaciov- e sfido chiunque a dire il contrario”. In Siria invece, ha concluso, la Russia ha fatto il suo dovere per combattere il terrorismo jihadista.