Cambio ai vertici militari, crisi economica, tensione politica con l’ex-premier Imran Khan e ritorno talebano. Cosa succede in Pakistan.
Cambio ai vertici militari in Pakistan. Attentato dei talebani pakistani, che mettono fine al cessate il fuoco. Il primo ministro Shehbaz Sharif ha nominato a capo dell’esercito il tenente generale Asim Munir. Sostituisce il generale Qamar Javed Bajwa, che ha annunciato le proprie dimissioni dopo sei anni di incarico. La nomina di Munir è stata condivisa e approvata dal presidente pakistano Arif Alvi, che è il comandante in capo delle forze armate del Paese in base alla Carta Costituzionale.
Il ritorno del talebani
Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP), il gruppo jihadista operativo in Pakistan e più noto come talebani pakistani, in realtà non se ne era mai andato. E’ rimasto dietro le quinte nel periodo del cessate il fuoco che aveva negoziato con il governo di Islamabad. TTP ha rivendicato un attentato con autobomba nella città di Quetta, nel sud ovest del paese. Obiettivo era un centro di vaccinazione contro la polio dove si trovavano infermieri e medici. Tre i morti. Il gruppo ha deciso di finire a modo suo la tregua stabilita con il governo lo scorso giugno e ha dato ordine di scagliare attacchi in tutto il Pakistan. Il TTP, affiliato con i talebani in Afghanistan, ha detto di avere interrotto il cessate il fuoco a causa dei crescenti attacchi che stava subendo dai militari pakistani.
Chi è il generale Munir
La carriera professionale e militare di Munir è di tutto rispetto. Come cadetto militare ha frequentato l’autorevole Mangla Officers Training School (Ots), una vera istituzione militare nel paese asiatico. In quegli anni ha ricevuto il premio “Sword of Honour”, riconoscimento prestigioso conferito al migliore allievo della scuola. Ha ricoperto incarichi importanti, dirigendo la divisione che controlla la parte settentrionale del paese. Ha gestito aree critiche importanti, come il Kashmir conteso tra Islamabad e Nuova Delhi. Ritenuto uomo dalla “reputazione impeccabile” all’interno del mondo militare pakistano, Munir ha ricoperto incarichi di rilievo nei servizi segreti militari. E’ stato anche di stanza in Arabia Saudita, uno degli alleati chiave del Paese. Alcuni commentatori scrivono che ha un approccio molto lontano dalla politica e che terrà l’esercito lontano dagli affari politici.
Il Pakistan tra crisi economica e tensioni politiche
Il Pakistan, 220 milioni di abitanti, ha una dotazione di circa 600.000 armi nucleari e i militari hanno sempre ricoperto un ruolo centrale e rappresentano l’istituzione più forte nel paese. Negli ultimi anni, sta attraversando una profonda crisi economica e finanziaria con un’inflazione galoppante e la rupia in caduta libera. Il Fondo Monetario Internazionale ha concesso un maxi-prestito lo scorso agosto per impedire il default del Paese.
L’India spara accidentalmente un missile in Pakistan
Il cambio ai vertici militari arriva in un momento anche di forte tensione politica e sociale. L’ex-primo ministro Imran Khan ha minacciato di fare dimettere tutti i rappresentanti del suo partito, il Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI), dall’assemblea nazionale e di non presentarsi alle elezioni provinciali.
Khan ha organizzato una marcia su Islamabad che ha sospeso di recente su invito del ministro degli interni pakistano perché ci sarebbero rischi di sicurezza secondo l’intelligence. In un drammatico appello ai suoi sostenitori, li ha convinti a evitare di proseguire la manifestazione verso la capitale perché i rischi di caos sono molto alti.
Chi è Imran Khan
L’ex-premier si è dimesso lo scorso aprile dopo un voto di sfiducia del Parlamento. Di questo ha accusato inizialmente gli Stati Uniti. A inizio novembre ha detto che non è così. E ha puntato il dito contro il potere militare pakistano. La dichiarazione del capo dell’esercito uscente Bajwa smentisce l’accusa. Nel suo discorso di commiato dalla leadership dell’esercito, Bajwa ha ammesso che i militari hanno avuto un ruolo forte nelle scelte politiche in passato ma che adesso non è più così e non lo sarà in futuro.
Khan è stato colpito alle gambe durante un suo comizio per la marcia su Islamabad all’inizio di novembre. Attualmente si trova in una clinica di Lahore. L’ex-premier ha dato un grande segnale di responsabilità con la scelta di sospendere temporaneamente le manifestazioni. A maggio una grande protesta di piazza a Islamabad si è trasformata in gravi disordini. Ma Khan è un politico abile e ha colto l’opportunità offerta dall’invito del governo pakistano: aumentare il suo consenso politico mostrandosi un leader disposto al dialogo e al compromesso. Dall’altro lato fa un pressing per nuove elezioni facendo dimettere i suoi eletti nelle sedi istituzionali. Si costruisce, da vecchio leone della politica, il terreno favorevole per i prossimi appuntamenti elettorali. L’unico ostacolo i militari, che difficilmente staranno alla finestra a guardare.