Il mestiere dello scrittore è difficile. Le prime parole costano fatica. Le sei regole per scrivere bene secondo Orwell.
Scrivere bene non è facile. Competenze e professionalità si guadagnano con tempo e fatica. Chiunque scriva sa di avere davanti una sfida fondamentale: migliorare la propria scrittura. E come si fa a diventare uno scrittore migliore? Per imparare a scrivere bene ci vengono in aiuto sei regole che George Orwell, un gigante della letteratura britannica, ha consigliato ai suoi lettori. Sebbene risalgano a oltre 70 anni fa e internet non esisteva, i consigli dell’autore di “1984” sono di un’attualità straordinaria.
Scrivere bene, sei regole secondo Orwell
Il saggio “Politics and English language” del 1946, disponibile sul sito internet della Fondazione Orwell, contiene i consigli di scrittura. Comincia con una critica all’uso di metafore non originali e di frasi fatte a cui ricorrono gli accademici, i burocrati o i politici. Giudica sfavorevolmente il ricorso a parole senza significato o a espressioni saccenti. Per salvare lo scrittore da questi e altri errori, Orwell consiglia sei regole da seguire:
- Mai usare una metafora, similitudine, o altro discorso figurato che siamo abituati a leggere sulla carta stampata (oggi diremmo anche online);
- Mai usare una parola lunga dove si potrebbe scriverne una più corta;
- Se è possibile tagliare una parola, fallo sempre;
- Non usare mai la forma passiva dove puoi utilizzare quella attiva;
- Mai usare una parola straniera, un termine scientifico o un gergo quando puoi ricorrere all’equivalente nella tua lingua (che per Orwell era l’inglese);
- Infrangi una qualsiasi di queste regole prima di dire qualcosa di assolutamente barbaro.