Perché la controffensiva ucraina contro la Russia è importante? Kiev e i paesi alleati non dovrebbero mai perdere di vista gli obiettivi politici dell’offensiva.
L’avvio della controffensiva ucraina, annunciata e attesa da mesi, cambierà le sorti della guerra. Comunque vada, il conflitto non sarà più lo stesso. Questa volta siamo davvero a una svolta, anche nel caso in cui si crei di nuovo una situazione di stallo militare.
Perché dunque è importante la grande operazione militare lanciata da Volodymyr Zelensky? Le sue conseguenze possono incidere sui colloqui futuri per una cessazione delle ostilità e sul disegno di assetto territoriale che la diplomazia dovrà progettare. Non vanno dunque mai persi di vista gli obiettivi politici. Le armi, come scriveva Karl von Clauswitz, devono restare sotto il controllo della politica per evitare la situazione estrema che Raymond Aron chiamava “guerra totale”, la guerra cioè senza più alcun controllo e governance.
Sono cinque quindi le cose da sapere sulla controffensiva ucraina. Andiamo con ordine.
- L’avanzata militare ucraina e la riconquista di territori strappati dai russi durante la campagna militare dell’ultimo anno e mezzo migliorerebbe l’umore degli ucraini, rafforzando la coesione interna tra popolazione e governo. Inoltre, la credibilità di Kiev e la fiducia nelle capacità strategiche di Zelensky & c toccherebbe i massimi livelli. Ciò è molto importante nell’eventualità di una trattativa nella quale la leadership ucraina ha bisogno di sentire il pieno consenso e fiducia della sua gente.
- La controffensiva è importante anche per gli Stati che fin dal 24 febbraio 2022, giorno dell’aggressione russa all’Ucraina, hanno sempre dato pieno sostegno al governo di Kiev. Molti di questi, soprattutto gli Stati Uniti e l’Europa, hanno fornito armi di ogni tipo e addestramento agli ucraini. Se l’esercito di Zelensky ha resistito fin dall’inizio all’onda d’urto russa è stato grazie all’appoggio dall’estero. Se la controffensiva avrà successo, i paesi sostenitori, e in particolare quelli che hanno fornito armi, ne usciranno più forti. Soprattutto quelli con maggiori problemi interni legati al pieno sostegno e fornitura di armi alle forze armate di Kiev. Un eventuale insuccesso darebbe al contrario più vigore ai detrattori e oppositori all’eccessivo impegno di supporto agli ucraini. In questo caso, i governi dovrebbero preparare i loro paesi a una guerra molto lunga.
- L’obiettivo politico dell’offensiva ucraina deve essere soprattutto uno: quello di riprendersi i territori occupati dai russi. L’esercito ucraino non deve andare oltre e sapersi fermare. Per fare questo i paesi occidentali alleati, la Nato e l’Onu hanno il compito di vigilare attentamente. La battaglia di Belgorod e le provocazioni con droni su Mosca vanno evitate. Il governo di Kiev deve anche convincersi di una cosa: la riconquista di zone cadute in mano russa non esclude che su alcune di queste aree non ci sia un intervento dell’Onu o comunque sovrastatale per progettare nuove soluzioni territoriali in grado prevenire futuri scontri. Per esempio, come ho già spiegato in questo post: Kherson e Zaporizhzhia che sono a maggioranza ucraina devono tornare sotto sovranità di Kiev; per Crimea e Donbass, a maggioranza russa, la partita è tutta da giocare e sarebbe opportuno rimettere la questione alle Nazioni Unite, che potrebbero indire un referendum o creare una zona territoriale autonoma provvisoriamente sotto la governance dell’Onu.
- La conquista di territori, l’avanzata delle armate ucraine e il ritiro russo sarebbero tutti fattori rilevanti in una eventuale trattativa diplomatica. Kiev potrebbe far valere la propria forza e i territori in suo possesso. Un potere contrattuale enorme nei confronti di Mosca. I russi tuttavia possono giocare la partita negoziale con la miccia accesa sui propri stoccaggi nucleari. Lo scambio negoziale sarebbe dunque quello di territori in cambio di bombe nucleari. In sostanza, la diplomazia russa potrebbe chiedere il riconoscimento su alcuni territori abitati in prevalenza da russi (come appunto il Donetsk e il Luganks nel Donbass ma anche la stessa Crimea), ricordando di disporre del più grande apparato atomico al mondo. In questa circostanza, i paesi alleati dovrebbero convincere Zelensky ad accettare la proposta, che sarebbe comunque un buon compromesso. Putin, a sua volta, potrebbe convincere i russi che la guerra è servita a ottenere il riconoscimento sulla Crimea e l’annessione dei territori del Donbass.
- Il ritiro russo a seguito della controffensiva ucraina sarebbe un’immagine profondamente negativa per Putin in Russia. Come riportato nel punto precedente, il presidente russo manterrebbe credibilità tra la sua gente solo se porta a casa un risultato nel negoziato. Infine, va osservato che di fronte all’offensiva di Kiev, la Russia non ha ottenuto l’appoggio di alleati esterni. La Cina si guarda bene dal fornire supporto al soldato Putin, così come altri Paesi nell’orbita di Mosca. Un contesto che segnala un isolamento internazionale non da poco per il presidente russo.