Chi è Emmerson Mnangawa, il coccodrillo del dopo Mugabe in Zimbawe

Soprannominato coccodrillo per la sua abilità politica, è stato vice-presidente del Paese. Poco amato nel partito, su di lui molte ombre oscure che fanno pensare a una figura peggiore del predecessore.

Emmerson Mnangawa ha un’ambizione politica: essere il prossimo presidente dello Zimbawe dopo le dimissioni di Robert Mugabe annunciate nei giorni movimentati della scorsa settimana.

Il coccodrillo Mnangawa, già vice-presidente durante il regno del 93enne Mugabe, ha avuto un ruolo centrale nella fine politica del padrone dello Zimbawe. Mnangawa era stato allontanato dalla vice-presidenza dello Stato. La rottura con il presidente, anche se mai espresso esplicitamente,  era nata per la sua appartenenza alla fazione avversa a Mugabe dentro il Zanu-Pf, il partito di governo.

L’aspirante presidente è associato però alle peggiori atrocità commesse nel corso del lungo dominio politico dello Zanu-Pf fin dall’indipendenza del 1980.

Un veterano della guerra di liberazione, citato dalla BBC, ha detto di lui: “E’ un uomo molto crudele, molto molto crudele”. Negli anni si è creato un’immagine di uomo freddo e senza emozioni, una percezione confermata anche dalle due mogli e nove figli.

Per rendere positiva la sua figura, i sostenitori di Mnangawa nello Zanu-Pf stanno mostrando coccodrilli giocattolo nelle dimostrazioni di piazza a Harare,  dando il benvenuto al vice-presidente che ha consentito di far dimettere Mugabe.

Con poco carisma e arte oratoria, è però dotato di un grande pragmatismo. E forse è l’uomo giusto per affrontare i gravi problemi problemi economici e finanziari del Paese. La sua preparazione militare è avvenuta in Cina e in Egitto. Ha contribuito alla guerra di indipendenza dello Zimbawe tra il 1960 e il 1970, combattendo il regime bianco della Rhodesia (ex nome dello Zimbawe).

La sua data di nascita è sconosciuta, anche se si pensa che abbia circa 75 anni, 20 in meno del suo predecessore. E’ nato nella regione centrale di  Zvishavane, ma è cresciuto in Zambia. E’ un Karanga, il clan più numeroso della comunità maggioritaria Shona.

Un rapporto dell’Onu del 2001 lo ha definito come “l’architetto delle attività commerciali dello Zanu-Pf”. Il riferimento è alle operazioni dell’esercito dello Zimbawe e degli uomini d’affari nella Repubblica Democratica del Congo. I militari intervennero nel conflitto congolese a sostegno del governo. Quell’operazione fu vista come un modo per appropriarsi delle ricchezze naturali del Paese, come diamanti, oro e altri minerali.

Mnangawa, avvocato, non è una figura molto amata tra i militanti del partito di governo Zanu-Pf. Tra questi c’è Blessing Chebundo, l’uomo che ha sfidato e sconfitto il coccodrillo nelle elezioni parlamentari del 2000. Fu una campagna elettorale dura, con colpi molto bassi. Come quando Chebundo evitò l’assassinio per un pelo. Un giovane del partito lo rapì e lo cosparse di benzina. Non fu capace di accendere il fiammifero e dare fuoco a Chebundo.

Pesa anche su di lui il sospetto di una responsabilità nella morte di migliaia di civili durante la guerra civile del 1980, che contrapponeva lo Zanu Party di Mugabe con lo Zapu Party di Joshua Nkomo. Il coccodrillo era ministro della sicurezza durante i raid nei villaggi dove furono commesse le peggiori atrocità, tra cui obbligare le persone a cantare e ballare inneggiando Mugabe sulla terra ancora fresca delle fosse dei propri cari trucidati.

Mnangawa ha negato ogni ruolo nel massacro. Ma le ferite sono ancora aperte.


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