La Camera dei Comuni boccia tutto sulla Brexit. Non passano i 4 piani alternativi all’accordo di divorzio della May.
Un’altra fumata nera sulla Brexit. La Camera dei Comuni di Westminster ha bocciato tutti e 4 i piani B proposti come alternativa all’accordo che la premier Theresa May aveva raggiunto con Bruxelles.
Dopo un dibattito parlamentare acceso e con molte tensioni, a notte fonda è arrivato i verdetto: no a tutte quattro le proposte. Queste prevedevano la permanenza del Regno nell’unione doganale; l’appartenenza al cosiddetto ‘mercato unico 2.0; un secondo referendum; la revoca dell’articolo 50 come alternativa a un no deal.
Cosa vogliano fare i britannici nessuno lo sa. A questo punto non lo sanno neppure loro. Westminster vota contro tutto e tutti. La Camera dei Comuni non solo ha bocciato tutte le strade percorribili per una soft Brexit, ma ha anche detto no in precedenza a un uscita no deal, cioè senza alcun accordo (la cosiddetta hard Brexit).
Per salvare il salvabile, il ministro britannico alla partita, Stephen Barclay, ha rilanciato l’ipotesi di procedere con una quarta votazione sull’accordo della May. Intanto il 12 aprile, la deadline stabilita dal Consiglio Europeo per avere una decisione britannica, si avvicina. In quel caso si aprono solo due strade: o Londra propone entro il 22 maggio una proroga motivata di lungo periodo (nove mesi o un anno) per l’uscita dall’Ue, oppure procede a uscire subito senza accordo. Nel primo caso però, i britannici dovranno partecipare alle elezioni per il Parlamento Europeo.