Aramco fa il pieno di utili grazie all’inflazione

Non tutti soffrono l’inflazione da prezzi energetici. Aramco, il gigante energetico saudita,  aumenta i suoi utili. Anche l’Iran torna in forma.

Record di utili per Aramco, il colosso energetico di proprietà dello Stato saudita. Nel 2022, i profitti della società guidata da Amin Nasser ammontano a 161,1 miliardi di dollari. Un incremento del 46,5% rispetto all’anno precedente.

Complice di questa impennata di guadagni è stato il rialzo dei prezzi dell’energia causati dalla guerra in Ucraina. Aramco ha quasi triplicato i profitti di un gigante energetico come la statunitense ExxonMobil, che ha fatto utili per 55,7 miliardi, e la britannica Shell che ha avuto profitti per 39,9 miliardi. Gli utili di Aramco andranno quasi tutti al governo dell’Arabia Saudita, che possiede il 95% delle azioni della società.

I dividendi sono pari a 19,5 miliardi di dollari e, spiegano dal board societario, saranno liquidati nel primo trimestre del 2023.

L’Arabia Saudita è il più grande produttore di greggio dell’Opec, l’organizzazione dei Paesi produttori di petrolio. Secondo Arab News la produzione media di idrocarburi di Aramco è pari a 13,6 milioni di barili al giorno. Prezzo di mercato per barile: 82 dollari. Nei piani dell’Arabia Saudita c’è quello di aumentare la produzione nei prossimi anni.

Il governo di Riad è però stato accusato di violazione dei diritti umani, condannato per il suo coinvolgimento nel conflitto in Yemen, per l’assassinio nel 2018 del giornalista Jamal Khashoggi, per l’incarcerazione dei dissidenti politici, per il ricorso continuo alle esecuzioni capitali.

In buona salute sono anche le esportazioni di petrolio dell’Iran, le più alte da quando sono state imposte nuovamente le sanzioni nel 2018. Secondo diversi analisti, l’incremento dell’export petrolifero iraniano è dovuto alle forniture verso gli alleati di Teheran, come la Cina e il Venezuela.

Il quadro di politica internazionale e gli equilibri in Medio Oriente potrebbe quindi cambiare.

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