Arabia Saudita e Canada ai ferri corti sui diritti umani

Riad espelle l’ambasciatore canadese. La tutela dei diritti umani dietro la tensione internazionale tra sauditi e canadesi.


Arabia Saudita e Canada ai ferri corti. Riad ha espulso l’ambasciatore di Ottawa e ha richiamato il proprio rappresentante diplomatico presso il governo canadese.
A causare la rottura delle relazioni internazionali tra Arabia Saudita e Canada è stata una dichiarazione del ministro degli esteri di Ottawa che non è andata giù alla monarchia saudita. In una nota della scorsa settimana, il ministro del Paese nordamericano si diceva “molto preoccupato” per gli arresti di molti attivisti per i diritti umani nel Regno saudita. In particolare, il riferimento era alla figura più influente tra gli attivisti: Samar Badawi. E si esortava a rilasciare le persone arrestate.
Samar Badawi è una blogger con molto seguito nel Paese ed è la sorella di Raif Badawi, attivista e blogger tra i più influenti dell’Arabia Saudita. La moglie di quest’ultimo, Ensaf Haidar, vive in Canada da anni e di recente ha ottenuto la cittadinanza canadese.

Samir Badawi, attivista saudita per i diritti umani, con Hillary Clinton
Samir Badawi, attivista saudita per i diritti umani, con Hillary Clinton

Pronta la replica di Riad. In una nota il ministero degli esteri ha chiarito che non sarà accettata alcuna interferenza negli affari interni, facendo un esplicito riferimento al Canada.
Il governo dell’Arabia Saudita si è spinto quindi oltre. Non solo ha rotto le relazioni diplomatiche richiamando l’ambasciatore. Ha anche congelato tutti gli investimenti e gli scambi commerciali con il Paese nordamericano. Un giro d’affari di 4 miliardi di dollari di commercio e 13 miliardi di commesse militari per la difesa.
La minaccia saudita è chiara: non solo rompe i rapporti diplomatici ma blocca pure gli investimenti e il commercio. La maggior parte dei quali in prevalenza legati al petrolio. Una posizione che sa tanto di minaccia.
Infine, la posizione saudita riapre la grande questione della protezione internazionale dei diritti umani. La loro violazione costituisce un fatto interno appartenente alla sovranità degli Stati, oppure consente un’ingerenza della comunità internazionale? E’ il grande quesito che toccò il massimo del dibattito durante la guerra della ex-Jugoslavia e del Kosovo. E che ancora non ha trovato una risposta.


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L’Arabia Saudita sta rompendo le relazioni diplomatiche con diversi Paesi. Di recente ha espulso anche l’ambasciatore tedesco per un commento sulla crisi politica nel Libano. E ha pure richiamato per consultazioni il proprio diplomatico a Stoccolma per le critiche del governo svedese alla violazione dei diritti umani nel Paese. Ha scritto Joost Hiltermann, direttore del programma regionale dell’International Crisi Group: Riad non può dire che vuole aprirsi al mondo e cominciare a farlo espellendo diplomatici degli altri Paesi. C’è molto lavoro da fare.

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