Fbi sotto la bufera negli Stati Uniti. L’agenzia federale investigativa è accusata di aver tenuto segreti i possibili legami dell’Arabia Saudita con gli attacchi a New York dell’11 settembre 2001. Gli agenti federali non avrebbero rivelato alcuni particolari delle indagini alla Commissione del Congresso statunitense impegnata nell’inchiesta parlamentare sugli attentati alle Torri Gemelle. A rivelare i fatti è il quotidiano New York Post secondo il quale l’Fbi era al corrente che un’importante famiglia saudita lasciò il Paese qualche settimana prima dell’11 settembre. La pista seguita dagli investigatori federali portava a una casa, abbandonata dai sauditi, che apparteneva secondo il resoconto del quotidiano a Esam Ghazzawi, consigliere del nipote dell’allora re saudita Fahd. La figlia e il genero di Ghazzawi hanno vissuto nell’abitazione fino all’agosto del 2001. Fu l’improvvisa partenza dei coniugi sauditi e l’abbandono dell’abitazione, tra l’altro arredata con mobili di lusso, a far insospettire i vicini che avvisarono le autorità federali. Per ora, l’Fbi ha ammesso che ci furono indagini sul caso. L’ex senatore democratico Bob Graham, che ha condotto l’inchiesta del Congresso sulle stragi dell’11 settembre, ha detto al New York Post di ritenere che l’Fbi avesse insabbiato i legami dei sauditi con gli attentati. (leggi Il servizio dell’Indipendent).
Intanto, gli avvocati dell’Arabia Saudita hanno smentito qualunque allusione al possibile coinvolgimento, soprattutto finanziario, del Paese con gli attentati dell’11 settembre. Non c’è alcuna prova di un legame dei sauditi con gli attacchi di New York.