Il Presidente Mugabe si dimette. Ha tentato fino all’ultimo di rimanere sulla sella del potere.
Robert Mugabe è da oggi un ex-presidente. Dopo 37 anni si chiude il capitolo del capo di stato più longevo della storia. Sia per la durata del mandato presidenziale sia per i suoi 93 anni compiuti.
Le dimissioni sono arrivate attraverso una lettera consegnata allo speaker del parlamento dello Zimbawe. Dopo la lettura si è alzato un boato tra i parlamentari presenti in aula.
Mugabe era stato messo in custodia dai militari la scorsa settimana, aveva rifiutato di dimettersi come gli era stato chiesto dal partito di governo Zanu-Pf, nonché suo partito, aveva addirittura minacciato di volersi presentare come presidente del Congresso del suo partito.
I vertici del Zanu-Pf avevano inviato un ultimatum al presidente ultranovantenne dello Zimbawe chiedendo le sue dimissioni entro le ore 12 del 20 novembre. La richiesta era stata annunciata dopo le forti proteste di piazza che chiedevano le dimissioni di Mugabe a seguito dell’arrivo delle forze armate nella capitale Harare.
Per tutta risposta il novantatreenne presidente non solo ha rifiutato di dimettersi, ma ha anche detto che presiederà il congresso del partito a dicembre. Una chiara provocazione che rischia di far piombare il Paese in una guerra civile.
E i presupposti ci sono tutti. La scorsa settimana un generale che manda le sue forze verso la capitale, il governo che risponde accusando di tradimento il capo supremo delle forze armate del Paese. Poi il controllo dell’esercito su Harare, la custodia del presidente Robert Mugabe, la fuga di sua moglie in Namibia e l’arresto del ministro delle finanze vicino all’ex vice-presidente silurato di recente.
Con un annuncio sui principali media statali, le forze armate hanno dichiarato che “L’esercito dello Zimbawe prende il potere”, aggiungendo che il presidente Mugabe è sotto protezione, anzi è sotto la custodia dell’esercito. Un modo elegante per nascondere il probabile stato d’arresto del presidente. Resta il mistero della moglie. Per l’esercito è con il marito ma secondo un parlamentare di opposizione sarebbe fuggita in Namibia. Molto probabile, secondo il New York Times la seconda ipotesi.
Mugabe aveva avuto un contatto telefonico con il presidente sudafricano Jacob Zuma, al quale avrebbe detto di trovarsi confinato in casa e di stare bene.
Da parte loro i militari avevano dichiarato che la sicurezza del presidente Mugabe e della moglie Grace è garantita. Nel mirino ci sono soltanto- secondo l’esercito- i criminali attorno al capo dello stato. I soldati stanno presidiando le strade di Harare e gli uffici governativi per proteggerli dai criminali.
A dare man forte all’esercito è il partito di governo Zanu-Pf. In un tweet ha scritto che in Zimbawe non è in corso alcun colpo di stato.
ZANU PF has a way of solving our own problems, the situation is stable and Zimbabwe is open for business. There was no coup, but a bloodless peaceful transition- the centre is strong and there is peace with honest leadership.
Costantino Chiwenga è il generale che guida le forze armate dell’esercito dello Zimbawe. Ieri ha mandato i suoi uomini, armati e equipaggiati, in direzione di Harare la capitale dello Stato. La spiegazione di questa scelta l’ha data lo stesso generale: “Siamo pronti a intervenire per mettere fine alle purghe intraprese dentro il partito di governo” ha detto il generalissimo africano.
Di fatto, Chiwenga ha sfidato il presidente Robert Mugabe dopo che nei giorni scorsi ha epurato il vice-presidente e ha avviato operazioni interne al suo partito, lo Zanu-pf che governa lo Stato, destinate a depotenziare personaggi scomodi.
Dura la reazione dei vertici del partito di governo che, in una nota, ha accusato Chiwenga di destabilizzare la pace nazionale e di incitare l’insurrezione. Infine, ha definito la condotta del generale irresponsabile e di tradimento.
A cosa porterà questa tensione crescente è difficile dirlo. Di certo i movimenti di truppe verso Harare e le pattiglie nelle strade, non prospetta niente di buono. Anche perché nel Paese esiste una crisi latente legata al dopo Mugabe, ultranovantenne. C’è un’ala del partito, inclusa quella dei giovani, che sostiene la moglie di Mugabe, Grace. Probabile che l’ex-vice-presidente Emmerson Mnangagwa sia stato destituito la scorsa settimana per essersi opposto alla successione di Grace a Mugabe.
Ora molto dipenderà dal posizionamento dei militari e alti funzionari dell’esercito. Di sicuro non stanno tutti con Chiwenga. La questione sarà capire quanti sostengono realmente il generale Chiwenga e quanti no. Da qui la risposta alla domanda se in Zimbawe ci sarà una guerra civile.
E poi c’è la grande questione economica
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