Pronto il progetto militare dell’Unione Europea. Previsti interventi con navi e mezzi aerei per frenare i barconi di trafficanti lungo le coste libiche. Ora si attende la risoluzione dell’Onu. Ma la Libia non è d’accordo.

L’Unione Europea ha disegnato il piano militare per colpire i trafficanti di migranti lungo le coste libiche. Il comando militare dell’operazione sarà italiano con quartiere generale a Roma. Manca ancora il mandato dell’Onu. Nei prossimi giorni Federica Mogherini, responsabile della politica estera europea tenterà di convincere i membri del Consiglio di Sicurezza a New York.
Secondo alcuni alti funzionari di Bruxelles, la Gran Bretagna sta preparando la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che autorizzerebbe la missione internazionale. L’operazione militare, sotto comando italiano, vedrebbe la partecipazione di 10 Paesi europei. Tra questi Italia, Gran Bretagna, Francia e Spagna. Potrebbe arrivare anche la “copertura” della Nato, anche se nella fase iniziale non è previsto il coinvolgimento dell’Alleanza Atlantica.
Lo scopo della visita della Mogherini a New York dall’11 maggio è proprio quello di convincere i membri del Consiglio di Sicurezza ad approvare la risoluzione alla luce del Capitolo VII della Carta dell’Onu (quello che prevede l’uso della forza). La bozza britannica dovrebbe contenere un passaggio che richiama “l’uso di tutti i mezzi per distruggere il modello di business dei trafficanti”.
Se la risoluzione passa, sarà il via libera per permettere la navigazione di flotte europee nelle acque territoriali libiche e l’impiego di elicotteri militari per neutralizzare e affondare i barconi dei trafficanti che trasportano migranti attraverso il Mediterraneo.
Di ritorno da una visita a Pechino, Mogherini ritiene che i cinesi non minacceranno il veto al Consiglio di Sicurezza. La stessa cosa pensa dei russi nonostante la crisi diplomatica legata al conflitto ucraino. Anche il governo italiano dice la stessa cosa: la Russia è pronta a cooperare.
Ma l’opposizione arriva dalla Libia. L’ambasciatore all’Onu, Ibrhaim Dabbashi, ha detto all’Associated Press di non essere mai stato consultato sui piani di affondamento dei barconi. Prima di lui, sia Tripoli che il governo di Tobruk sostenuto dalla comunità internazionale avevano criticato la scelta europea.
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Quello dell’operazione di affondamento dei barconi è uno dei punti cardine dell’Agenda europea sull’immigrazione illegale. Il percorso di approvazione ora prevede un passaggio in Commissione Europea, poi al Consiglio Europeo e infine al parlamento Europeo. La conclusione dell’iter amministrativo dovrebbe avvenire il 25-25 giugno al summit europeo per essere lanciata ai primi di luglio.
Ovidio Diamanti