A San Pietroburgo, Turchia e Russia verso la normalizzazione delle loro relazioni politiche.
Il vertice di San Pietroburgo tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan sancisce la normalizzazione delle relazioni politiche e diplomatiche tra i due Paesi.
Entrambi lasciano il summit con l’intesa di superare la crisi nata dopo l’abbattimento al confine turco-siriano di un caccia russo da parte dell’aviazione turca. Mosca aveva risposto duramente imponendo sanzioni economiche pesanti alla Turchia.
Nella conferenza stampa indetta dopo il vertice, Putin ha detto che i colloqui con Erdogan sono stati produttivi e costruttivi e ha spiegato che la ripresa di una cooperazione politica tra i due Paesi è nell’interesse nazionale della Russia e della stabilità internazionale di tutta la regione e del mondo.
Sulla Siria, la questione più delicata al tavolo dei colloqui, i due leader concordano sulla necessità di proseguire lo scambio di informazioni e trovare una soluzione. A dividere però Putin e Erdogan è la permanenza o meno al potere del presidente Bachar al-Assad e il ruolo delle forze curde. Per la Russia, Assad deve rimanere al governo e eventualmente lasciare dopo la formazione di un governo di unità nazionale. La Turchia ha una posizione meno rigida su Assad, ma molto ferma sui curdi che continua a definire terroristi.La Russia invece è meno rigida sulla questione curda.
Putin e Erdogan hanno deciso il rilancio della cooperazione tra Russia e Turchia nei settori commerciali, economici, tecnico-scientifico e culturale. Obiettivo del dinamismo russo in questi settori è quello di riportare il livello degli scambi a quello anteriore alla crisi politica tra Mosca e Ankara.
L’accelerazione degli scambi tra Russia e Turchia toccherà soprattutto due ambiti di grande interesse strategico per i due Paesi: la realizzazione del gasdotto che passa sul fondo del Mar Nero (chiamato la corrente turca) e la costruzione della prima centrale nucleare turca, che sarà dotata di alta tecnologia russa, un progetto quest’ultimo del valore di 20.000 milioni di dollari. Il progetto della “corrente turca” è una delle rotte strategiche della Russia per esportare in Europa il gas russo senza passare dall’Ucraina. La firma del contratto lavori dovrebbe avvenire a ottobre.