Romano Prodi interviene sul tema del ritorno di stabilità economica per la zona euro. Gli aggiustamenti sono necessari ma occorre specificità della ricetta. Giudizio positivo sul riportare il sistema bancario in quadro di regolarità, pur con le cautele del caso.

Verso un nuovo futuro economico per l’eurozona. E’ il tema affrontato nel dibattito organizzato dall’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale a Milano. A dare risposte sono intervenuti autorevoli analisti e osservatori dell’economia europea e internazionale.
“L’Europa a due velocità può anche essere una formula condivisibile. Purché si tenga conto che prima le “due velocità” si riferivano a chi era dentro o fuori l’euro. Oggi sembrano riferirsi al nord e sud”. E’ uno dei passaggi del ragionamento di Romano Prodi, professore di economia, due volte presidente del Consiglio dei Ministri ed ex presidente della Commissione Europea.
Secondo Prodi, gli aggiustamenti generali nell’Ue richiesti dalla grande crisi del 2008 vanno applicati con il criterio della specificità per le singole realtà economiche. La ricetta di guarigione, sostiene l’ex-presidente Ue, non può essere uguale per tutti. Perché ciascuno ha le proprie peculiarità. Da qui la critica -implicita- all’austerity. Tra gli aggiustamenti, il Professore bolognese giudica positivo il progetto europeo di Unione Bancaria, perché il sistema bancario va riportato all’interno di un quadro di regolarizzazione.
Prodi, e gli altri relatori, hanno anche insistito, tra gli aggiustamenti, sull’importanza dei meccanismi di flessibilità. Soprattutto, sulla necessità di giungere a un governo politico dell’euro. “Senza una profonda volontà politica, l’Ue non potrà affrontare i temi che minacciano la sua tenuta, sia quelli economici sia quelli sociali”, ha detto l’ex-premier.
L’occasione del dibattito è stata la presentazione del green book di RastaNews, progetto finanziato dall’Unione Europea. Il rapporto punta a individuare e studiare analisi politico-economiche che possano tradursi in raccomandazioni delle istituzioni comunitarie. L’introduzione del professor Patrizio Tirelli, coordinatore del progetto, ha puntato sulla necessità di una maggiore stabilità. Obiettivo che si raggiunge solo se c’è un maggior coordinamento tra politiche macroeconomiche statali. E qui, la prima condizione è che ci sia una supervisione economico- finanziaria.
Approfondisci e guarda le video interviste – dal sito dell’Ispi di Milano