Il Califfato che Abu Bakr al Baghdadi proclamò il 29 giugno 2014 è vicino alla fine?
Lo Stato Islamico, o meglio l’Isis, assiste alla perdita di combattenti, di risorse e di territorio che si è ridotto del 45% rispetto al 2015.
Il Califfato si gioca la sua sopravvivenza nelle offensive che saranno lanciate su Raqqa e Mosul, le due capitali dell’Isis rispettivamente in Siria e Iraq, e anche a Sirte roccaforte dei miliziani in Libia.
A Mosul, proprio dove al Baghdadi tenne il suo primo sermone come Califfo invitando i musulmani nel mondo a aderire allo Stato Islamico, oggi il Califfato fa appello a restare per difendere la città e a non emigrare. Il controllo di un territorio e di una città conferisce al sedicente Stato Islamico un carattere “statale” con una popolazione, un’organizzazione amministrativa, un territorio.
Dopo due anni di bombardamenti della coalizione internazionale la tenuta del territorio da parte del Califfato è molto critica. Tra le sua fila il numero di combattenti morti è alto, così come quello dei miliziani in fuga. Inoltre, la pressione dei servizi segreti è riuscita a frenare il flusso dei combattenti dall’estero oltre a espellere l’Isis dai social network come Facebook o Twitter. Tutto ciò ha colpito duramente i terroristi dell’Isis soprattutto nella loro capacità di governare la popolazione dentro il loro territorio.
Come conseguenza difficilmente l’Isis potrà continuare a esistere come Stato. E presto entrerà in una situazione di clandestinità. Uno Stato cioè senza territorio, sempre che si possa chiamarlo Stato. Ciò però può dare luogo a problemi ancora maggiori. I combattenti jihadisti possono confondersi tra le popolazioni e essere difficilmente individuabili. Molti di loro potrebbero costituire cellule integraliste dormienti pronte però a risvegliarsi alla prima occasione.
Il quesito più importante però è un altro: davanti a questi sintomi di una progressiva disintegrazione dell’Isis chi occuperà il territorio che adesso controlla? Dove finiranno tutti i suoi combattenti? Incognite senza risposta su cui dovremo tutelarci nel futuro vicino.