La vittoria elettorale di Maduro, presidente uscente, ha scatenato forti proteste nel Paese. L’opposizione dubita della regolarità delle elezioni.
(Caracas). L’elezione di Nicolas Maduro a presidente del Venezuela (per la terza volta) ha causato manifestazioni di protesta nelle principali città dello stato caraibico.
I manifestanti sono scesi oggi nelle strade di tutto il Venezuela, sventolando bandiere e chiedendo al presidente Nicolas Maduro di riconoscere di aver perso le elezioni di domenica scorsa. L’opposizione sostiene di aver ottenuto una vittoria schiacciante.
Per il governo venezuelano le proteste sono un tentativo di “colpo di stato”. Sono iniziate dopo che il comitato elettorale ha dichiarato il 29 luglio che Maduro aveva vinto un terzo mandato con il 51% dei voti per estendere il dominio di un quarto di secolo del movimento “chavista”.
L’opposizione ritiene che l’organo elettorale sia nelle mani di un governo dittatoriale e dichiara che l’80% dei conteggi elettorali a cui ha accesso dimostra che il suo candidato Edmundo Gonzalez ha avuto più del doppio dei voti di Maduro.
La rinnovata instabilità ha portato una reazione internazionale divisa: gli Stati Uniti hanno affermato che stanno prendendo in considerazione nuove sanzioni a meno che non ci sia maggiore trasparenza sul voto, mentre Cina e Russia si sono congratulate con Maduro.
Manifestanti dell’opposizione hanno marciato anche nelle città di Valencia, Maracay, San Cristobal, Maracaibo e Barquisimeto. In alcune località testimoni dell’agenzia Reuters hanno visto i cortei attaccati dalle forze di sicurezza. Molti negozi sono rimasti chiusi.
La leader dell’opposizione venezuelana Maria Corina Machado, a cui è stato impedito di candidarsi alle elezioni ma che ha guidato la campagna per Gonzalez, è apparsa oggi con lui a un incontro a Caracas.