Un ponte tra Europa e Medio Oriente: l’Italia e la rinascita della Siria

La nuova Siria chiama, l’Italia risponde: Roma al centro della transizione. Italia e Ue insieme per sostenere la ricostruzione.

La diplomazia italiana è impegnata in primo piano nel processo di transizione politica in Siria. Il governo della premier Giorgia Meloni sta conducendo un gioco di squadra con l’Unione Europea per la ricostruzione politica e economica del Paese.

E’ in questo contesto che si inserisce il viaggio del Ministro degli Esteri Antonio Tajani in Siria. E mentre il capo della diplomazia italiana si trova a Damasco a incontrare i vertici dell’amministrazione siriana del dopo Assad, la premier Giorgia Meloni ha incontrato a Roma Kaja Kallas, Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza.

Poco prima dell’incontro con la premier italiana, la Kallas ha pubblicato un post su X nel quale ha scritto che “l’Unione europea potrebbe allentare gradualmente le sanzioni sulla Siria, a patto che nel Paese si registrino progressi tangibili”. Una dichiarazione che esprime un chiaro indirizzo europeo sulla “nuova” Siria. E Roma non poteva non raccogliere l’invito a lavorare per assicurare la migliore transizione politica in Siria. L’Italia, come ha rilevato Tajani dalla Siria, è l’unico Stato del G7 ad avere un’ambasciata a Damasco. Forte di questo, la diplomazia italiana può essere un importante punto di riferimento per i siriani e fare da sponda per le relazioni tra Siria e occidente.

Nei colloqui romani tra Giorgia Meloni e Kaja Kallas si è parlato di temi di politica internazionale, secondo la nota di Palazzo Chigi. Dalla guerra in Ucraina al Medio Oriente. Ma le due leader si sono confrontate anche sulla questione siriana e sul processo di transizione politica del Paese già al centro del format ministeriale Quint che l’Italia ha ospitato a Villa Madama a Roma.

Il Quint, o quintetto, è un vertice dei ministri degli esteri di cinque paesi (Italia, USA, Regno Unito, Francia e Germania), che si riunisce periodicamente per discutere e definire strategie sulle questioni internazionali più rilevanti. Il ministro Tajani lo ha organizzato e presieduto a Roma il 9 gennaio proprio sulla questione siriana e alla vigilia del suo viaggio a Damasco.

La missione di Tajani conferma l’impegno italiano sulla ricostruzione transizione siriana. Roma fa sapere al mondo e ai siriani il proprio sostegno al Paese mediorientale. Il ministro degli esteri ha incontrato Abu Mohammed al Jolani, capo del governo post-Assad, ma anche il nuovo presidente libanese Joseph Aoun. Tajani ha dedicato attenzione alla prospettiva di creare un percorso politico inclusivo, cioè che garantisca libertà fondamentali a tutti i siriani, riconoscendo e tutelando anche il ruolo dei cristiani come cittadini con pieni diritti.

Come disse Henry Kissinger, ‘La diplomazia è l’arte di far sì che gli altri facciano ciò che tu vuoi senza che si accorgano di volerlo fare’. L’Italia, con la sua missione in Siria, sta dimostrando una maestria diplomatica degna di nota, aprendo nuove prospettive per un futuro di pace e stabilità nella regione. Il viaggio di Tajani a Damasco rappresenta un passo coraggioso verso la normalizzazione dei rapporti e un segnale chiaro che la comunità internazionale è pronta a sostenere la ricostruzione della Siria. Il futuro del Paese è ancora incerto, ma l’impegno dell’Italia e dell’Unione Europea offre una speranza concreta per un domani migliore.

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