Con il recente vertice dei Paesi del Sud Europa, l’Unione Europea è ormai divisa in tre parti politiche, tra di loro antagoniste.
I tre blocchi dell’Ue. L’Unione Europea è divisa in tre parti, tre zone se vogliamo geopolitiche che si contendono potere e influenza politica nell’area dei 27 e sono alla ricerca di una balance of power interna all’Unione.
Paesi del Sud, gruppo di Visegrad e alleanza silenziosa degli Stati nordici. Sono questi i tre blocchi della fotografia politica del vecchio continente.
Gli Stati dell’Europa meridionale, Italia, Francia, Spagna, Cipro, Malta, Portogallo, Grecia si sono incontrati lo scorso 10 gennaio a Villa Madama, Roma, nel terzo summit euro-mediterraneo.
Nella dichiarazione congiunta si ribadisce l’impegno comune per la gestione dei fenomeni migratori, tema particolarmente sentito dai Paesi dell’Europa del Sud. L’appello è al resto dei membri europei affinché si impegnino per una politica comune e condivisa del tema dei migranti. La dichiarazione è una chiara presa di posizione nei confronti degli altri Stati considerati spesso troppo distaccati dalla questione migratoria come fosse un problema solo del sud.
Il gruppo di Visegrad è il secondo blocco e comprende tutti i Paesi dell’Europa orientale aderenti all’Ue. Ne fanno parte Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca. Questo blocco vive ai confini del rispetto delle regole e valori europei. Da una parte di assistono a violazioni di principi fondamentali dei diritti come nel caso dell’Ungheria. Dall’altra a un orientamento filo-russo che non prospetta niente di buono. Come nel caso della Repubblica Ceca dove il favorito Milos Zeman, presidente uscente e filo russo, va al ballottaggio con l’europeista Jiri Drhaos. Anche la Polonia vive una situazione di disagio politico interno che si riflette sull’Unione Europea.
I Paesi del Nord. Germania, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Svezia, Finlandia, mantengono una linea politica rigida sugli aspetti economico-finanziari per salvaguardare l’euro e le loro economie. Sul tema dei migranti hanno provato più volte a scaricare il problema sui Paesi dell’Europa meridionale. Sui parametri della moneta unica (i famosi parametri di Maastricht) tengono un atteggiamento di rigidità.