Ucraina: la proposta per un cessate il fuoco

Proposta per un cessate il fuoco in Ucraina

Per avviare un negoziato sull’Ucraina ci vuole una tregua tra le parti. Come si fa a concordare un cessate il fuoco tra Russia e Ucraina? La proposta.

Qual è il punto di partenza per cominciare un negoziato sull’Ucraina? Ci vuole il cessate il fuoco. Come si fa a convincere ucraini e russi a concordare una tregua? Accordarsi e avere garanzie sulle regioni attualmente in parte occupate dalla Russia: Kherson, Zaporizhzhia, Crimea e Donbass.

La scorsa settimana l’inviato cinese Li Hui, già ambasciatore a Mosca per dieci anni, ha fatto intendere che la Cina non è contraria all’annessione alla Russia di queste regioni. Una mossa che allontanerebbe le speranze di avere una tregua in tempi brevi.

Kiev non accetterebbe mai la perdita di territori che ritiene dell’Ucraina. Un dialogo è possibile solo se c’è l’impegno politico-diplomatico e la garanzia che le regioni di Kherson e Zaporizhzhia tornino sotto la sovranità ucraina. In entrambe le aree la comunità ucraina rappresenta la maggioranza della popolazione. I russi sono la minoranza. A Kherson parla l’ucraino il 53,4% della popolazione; parla russo il 45,3%. Sono dati dell’ultimo censimento, risalente al 2001. Una delle difficoltà per individuare l’identità etnica e linguistica dell’Ucraina è la mancanza di dati ufficiali da oltre vent’anni.

Al contrario, le regioni della Crimea e del Donbass sono a maggioranza russa. Si pone, quindi, il problema di trovare una soluzione soddisfacente per russi e ucraini, tenendo in considerazione che entrambe le aree sono state strappate da Mosca a Kiev.

Una proposta è quella di indire un referendum con cui i cittadini possono fare una loro scelta, in maniera trasparente e democratica. Tra le opzioni, va prevista anche l’indipendenza da Russia e Ucraina. E’ una scelta nel pieno rispetto del principio di autodeterminazione. E evita decisioni unilaterali di annessione che innescherebbero tensioni irreparabili.

L’Onu deve gestire e governare tutta la procedura del referendum. E Zelensky deve accettare questa situazione, mettendo in conto di sacrificare le due regioni per portare a casa il risultato. Kiev ne uscirebbe comunque a testa alta. Zelensky potrebbe infatti giustificare la “perdita” delle due regioni per avere rispettato i principi del diritto internazionale e accettato l’intervento dell’Onu. Putin potrebbe mostrare ai russi che la guerra è valsa a riconoscere l’autodeterminazione dei russi di Crimea e Donbass.

Infine, qualunque scelta esca dal referendum, previene squilibri eccessivamente a favore di Mosca o di Kiev. E apre la strada alle prospettive di una pace.

Questa proposta si aggiunge a quella che avevo pubblicato a dicembre 2022 dal titolo seguente: Ucraina una proposta in sette fasi per una soluzione diplomatica. Allora scrivevo che la mediazione del conflitto ucraino doveva passare da tre player: Vaticano, India e Brasile. Sembra che la situazione stia andando in questa direzione. Ringrazio un lettore che in un commento mi ha dato ottimi suggerimenti per sviluppare questa analisi e la proposta.

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