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Ucraina: comandano i missili sulla diplomazia

In Ucraina i missili comandano sulla diplomazia

La Russia continua a lanciare missili e apre al dialogo.

La Russia aumenta i bombardamenti sulle città ucraine, probabilmente ne lancia qualcuno anche sul suo territorio, ma fa intendere che non ha chiuso la porta al dialogo. Le autorità di Mosca hanno denunciato l’esplosione di un deposito di munizioni e un missile contro un condominio a Belgorod, in territorio russo ai confini con l’Ucraina. Non ci sono state vittime. Kiev ha respinto l’accusa, spiegando che un missile russo è finito erroneamente su Belgorod durante l’attacco nell’area di Kharkiv.

In Ucraina è stata l’ennesima giornata che ha visto lanci di missili su città come Leopoli, Kharkiv, Ternopil. Il comando militare russo ha annunciato che organizzerà l’evacuazione dei civili dalle zone filorusse nella regione di Kherson, al centro in questi giorni della controffensiva orientale dell’esercito di Kiev.

La Nato ha reso noto il trasferimento di soldati in Europa orientale, al fine di consentire ai militari di Volodymyr Zelensky di combattere e resistere anche in inverno. Il supporto dei contingenti Nato servirà a fornire armi, veicoli, mezzi di artiglieria pesante all’esercito ucraino. Mentre l’Alleanza Atlantica valuta lo spostamento dei suoi soldati, il governo di Kiev denuncia che ci sono un migliaio di russi sul territorio della Bielorussia pronti a entrare in azione dal confine.

Intanto di apre qualche spiraglio di dialogo, grazie anche alla mediazione del presidente turco Recep Tayyp Erdogan, che ha incontrato Vladimir Putin. Il ministro degli esteri russo Serghej Lavrov ha detto che la Russia è pronta a valutare i segnali di apertura al dialogo dagli Usa. Nei giorni scorsi il presidente americano aveva definito Putin un politico razionale che ha sbagliato i calcoli.

La dichiarazione di Biden, senz’altro ben accolta a Mosca, ha fatto seguito all’articolo del New York Times che riportava, citando una fonte anonima dell’intelligence Usa, che dietro l’attacco al ponte di Kerch c’era la mano dei servizi ucraini. Primi annusamenti per tornare alla diplomazia? Presto per dirlo.

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