Prima l’elezione del curdo Rashid a presidente. dopo la nomina di al-Sudani a primo ministro. La via d’uscita dell’Iraq dalla crisi politica e l’opposizione di al-Sadr.
L’assemblea legislativa dell’Iraq ha scelto il nuovo presidente. E’ il politico curdo Abdul Latif Rashid. La sua elezione potrebbe sbloccare la situazione di stallo politico del Paese che continua da mesi. Rashid ha battuto in parlamento il presidente uscente Barham Saleh, ottenendo 160 voti contro i 99 di Saleh.
Il neo presidente ha nominato, poche oro dopo la sua elezione, Mohammed al-Sudani come primo ministro dell’Iraq. Sudani, sciita, ha il compito di formare il nuovo governo e riconciliare le diverse fazioni sciite che hanno destabilizzato il potere negli ultimi anni. Al-Sudani è stato nominato grazie all’appoggio in Parlamento della coalizione sciita sostenuta dall’Iran.
Non ha invece l’appoggio del leader sciita Muqtada al-Sadr, forse l’uomo più influente e potente nel panorama politico iracheno. Le elezioni politiche del 2021 avevano confermato il blocco di al-Sadr come grande vincitore. Il leader sciita si è poi dimesso dal Parlamento, scatenando numerose polemiche e scontri nelle piazze, a seguito dell’impossibilità di formare un governo e dello stallo istituzionale del paese.
Al-Sudani è nato nel 1970 nel sud dell’Iraq. All’età di dieci anni ha perso il padre, fatto uccidere da Saddam Hussein in quanto accusato di appartenere al Dawa Party, una formazione islamica sostenuta dall’Iran. Ha partecipato a numerose insurrezioni contro il regime di Saddam. Dopo l’attacco americano del 2003 ha ricoperto diverse cariche nelle amministrazioni locali e regionali. Successivamente ha avuto incarichi governativi. Leader dell’Euphrate Movement, ha ottenuto soltanto tre seggi nelle elezioni politiche del 2021. Si è guadagnato l’appoggio del blocco sciita filo-iraniano, il più forte nell’Assemblea Legislativa.