Turchia: il mezzo trionfo di Erdogan

Recep Tayyp Erdogan vince il ballottaggio con il 52% dei voti. È ancora lui il presidente della Turchia per i prossimi cinque anni. Lo sfidante, Kemal Kilicdaroglu, ottiene il 47,9%.

Il voto del ballottaggio turco mostra un mezzo trionfo per Erdogan perché dovrà governare un paese diviso in due. Il presidente uscente non ha sfondato con i voti e le urne danno la fotografia di una Turchia che è molto cambiata e sta cambiando.

Da quando Erdogan vinse la prima volta le presidenziali nel 2003, il contesto sociale e politico si è molto trasformato.

La società turca di oggi non è più quella di ieri. Certa propaganda filogovernativa non funziona più. Così come non ha funzionato la riforma costituzionale che ha aumentato il numero di mandati presidenziali. E neppure ha giovato la repressione dura contro i golpisti del luglio 2016, repressione che spesso si è rivolta a far tacere il dissenso a Erdogan.

Nonostante, insomma, i diversi tentativi del presidente uscente di crearsi una cintura di sicurezza per le elezioni, i turchi  hanno risposto dividendosi in due gruppi pro o contro Erdogan. E a poco gli è servito allearsi con l’ultranazionalista Ogan.

Gli sforzi del presidente hanno portato pochi risultati. Hanno contribuito a indebolire Erdogan un’inflazione al 43%, una politica di allontanamento dall’Europa e avvicinamento a Russia e Iran. Non tutti i turchi hanno gradito questa scelta che si è consolidata da cinque anni a questa parte.

Tra le prime sfide del presidente Erdogan ci sarà la questione dell’adesione della Svezia alla Nato, sulla quale la Turchia ha espresso il suo no. C’è poi la questione siriana e il rapporto difficile di Erdogan con Assad.

Ora si attende di vedere quali saranno le prime decisioni del presidente.

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