A migliaia nelle piazze in Tunisia contro il presidente Saied. L’opposizione lo accusa di autocratismo e antidemocrazia.
Migliaia di manifestanti sono scesi nelle strade della capitale tunisina per protestare contro il presidente Kais Saied. Movimenti politici profondamente opposti tra loro hanno promosso manifestazioni parallele a Tunisi. I gruppi hanno accusato il presidente di essere un autocrate che sta invertendo i progressi democratici compiuti dalla rivolta del 2011. Puntano il dito contro di lui anche sulla responsabilità per la crisi economica del paese che ha visto carenze di cibo e carburante. I critici di Saied lo accusano di aver organizzato un colpo di stato e di aver tentato di riportare la Tunisia in un’autocrazia, un sistema di governo gestito da una persona con potere assoluto. Dopo aver licenziato il primo ministro e sospeso il parlamento nel luglio 2021, un anno dopo Saied ha approvato una Costituzione che legittima il suo governo dopo una votazione boicottata dai principali partiti di opposizione. La nuova Costituzione ha sostituito quella redatta tre anni dopo la Primavera araba del 2011, che ha visto la Tunisia rovesciare il defunto dittatore Zine al-Abidine Ben Ali. La carta costituzionale ha dato al Capo dello Stato il pieno controllo esecutivo, il comando supremo dell’esercito e la capacità di nominare un governo senza l’approvazione parlamentare. La Tunisia è al centro dell’attenzione internazionale per il suo ruolo nell’Africa settentrionale. Una destabilizzazione del Paese può modificare gli assetti già complicati della geopolitica mediterranea.