Trump taglia risorse all'Onu

Il presidente Usa vuole tagliare 285 milioni di dollari alla quota annuale versata all’Onu.

Donald Trump valuta di tagliare nel 2018 la quota Onu di 285 milioni di dollari.

La scelta di Trump non è una novità dal momento che in campagna elettorale prima e da presidente poi ha proposto un contenimento della spesa Usa nelle organizzazioni internazionali.

Sarebbe facile cadere nell’errore di interpretare la decisione come una vendetta della Casa Bianca per il no a Gerusalemme capitale, espresso dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

È vero che l’ambasciatrice Usa all’Onu, Nikki Haley, aveva detto all’indomani del voto che gli Stati Uniti avrebbero ricordato i nomi dei 128 Paesi che hanno votato di fatto contro Trump.

Ma è anche vero che la battaglia di Trump contro gli sprechi dell’Onu, la sua inefficienza nei risultati, le spese folli è iniziata molto prima.

“L’Onu è un club triste” ha detto una volta il presidente Trump riferendosi alla perdita di ogni potenzialità.

Il taglio da 285 milioni di dollari pesa molto su un bilancio Onu di 5,4 miliardi previsto e approvato per il 2017/2018. Significa che la quota Usa, molto elevata, di 1,2 miliardi scenderebbe a meno di un miliardo. Una bella botta finanziaria per le Nazioni Unite considerando che Washington ci mette la quota più grossa pari al 22 per cento.

Si comprende che dietro il taglio eventuale di Trump non c’è solo la questione di Gerusalemme ma soprattutto un ridimensionamento del ruolo Onu, considerato più un peso economico che una struttura di soluzione dei problemi.

L’Onu inoltre è visto da Trump come un intralcio alla sua azione geopolitica.

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