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Trump rilancia la diplomazia Usa nei Balcani

Donald Trump prova a fare alzare la testa alla diplomazia Usa. E lo fa partendo dai Balcani. Il presidente americano lavora per dare agli Stati Uniti il ruolo di garante dello storico accordo firmato tra Serbia e Kosovo. Belgrado e Pristina hanno sottoscritto l’intesa per normalizzare i loro rapporti dopo decenni di tensioni. Trump ha colto al volo l’opportunità di inserirsi come garante del trattato, sostituendosi all’Unione Europea. Bruxelles ha fatto un clamoroso errore lo scorso anno, nominando come inviato speciale Ue per il dialogo tra serbi e kossovari l’ex ministro degli esteri slovacco Miroslav Lajcak. La Slovacchia è uno dei cinque Paesi dell’Unione Europea che non ha riconosciuto il Kosovo come Stato. Gli altri sono Grecia, Spagna, Romania e Cipro. Inoltre, Lajcak nel 2013 dichiarò che nessuno in Slovacchia appoggia l’indipendenza del Kosovo. E a Pristina non l’hanno dimenticato. Bruxelles a quanto pare sì. Facendo uno scivolone. Naturale che il premier kossovaro Hashim Thaci abbia più garanzie da Trump che dai 27 di Bruxelles. Ben ha fatto quindi il capo di Stato americano a inserirsi nel cortile di casa della sbadata Ue. Il ruolo di mediatore in un percorso diplomatico riporta Washington a avere credibilità internazionale. Dopo i flop in Medio Oriente, nei rapporti euroatlantici e in quelli con l’Asia. Finalmente si rivede l’America che ci piace. Quella che non si chiude in se stessa e si assume responsabilità internazionale. Certo sappiamo bene che il ritrovato internazionalismo del Presidente coincide con le esigenze della campagna elettorale americana. Per salvare il soldato Trump, i repubblicani hanno bisogno di vendere qualche risultato in politica estera. E il ruolo di garante serve proprio a questo. Ma la strategia della Casa Bianca punta anche a mettere i piedi in una zona dove si fa sentire l’influenza russa. Una mossa da maestro che potrebbe influenzare una virata più decisa a ovest della Serbia, tradizionale sorellastra slava della Russia. Nei Balcani si apre quindi una partita con tre player esterni: Usa, Russia e Unione Europea. E’ forte la sensazione che presto resteranno due giocatori.

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