Trump e Clinton: come ti evito la politica estera nel dibattito

Gli elettori americani dovranno attendere il prossimo dibattito presidenziale per ascoltare le proposte dei candidati Trump e Clinton sulla politica estera e di sicurezza degli Stati Uniti. Ecco cosa si è detto nel primo dibattito e i temi che i candidati dovranno affrontare.

Il primo e atteso dibattito presidenziale tra Donald Trump e Hillary Clinton ha visto i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti schivare abilmente i temi di politica estera e di sicurezza internazionale.

Qualche frecciata sugli esteri tra Clinton e Trump c’è stata. Più volta però a stuzzicare l’avversario che a spiegare la propria visione sul mondo e sul ruolo internazionale degli Stati Uniti.

Ecco gli argomenti usciti nel corso della serata newyorchese:

Iraq

Per Hillary Clinton, Donald Trump fu uno dei maggiori sostenitori dell’invasione dell’Iraq nel 2003.

Secondo la BBC, Trump non ha mai criticato la possibilità di una guerra in Iraq prima dell’intervento americano. Anzi, ospite di una trasmissione radiofonica l’11 settembre 2002, alla domanda se avesse sostenuto una eventuale invasione dell’Iraq, Trump rispose sì con sicurezza. Oggi dice che quella fu una risposta data con leggerezza e nega il suo supporto alla scelta militare di George W. Bush.

La realtà comunque è che sia Trump sia Clinton furono entranbi sostenitori dell’intervento in Iraq e pure di quello in Libia nel 2011.

TPP: accordo commerciale per il Pacifico

Trump accusa la Clinton di avere definito l’accordo commerciale per il Pacifico come la “gold standard”, cioè il sistema d’oro, degli accordi commerciali. Clinton nega e dice di aver solo sperato che il Trattato diventasse un buon accordo.

In realtà la Clinton ha proprio parlato di regola aurea del TTP durante un viaggio in Australia nel 2012: “Il TTP è un sistema aureo per avere un commercio libero, aperto e trasparente” ha detto in quell’occasione.

Isis

Trump ha cercato più volte di far ricadere la responsabilità della formazione dello Stato Islamico su Hillary Clinton, al tempo in cui era Segretario di Stato, e sul presidente Barack Obama. Ci ha provato anche nel confronto televisivo. Per Trump, il tandem Obama-Clinton è responsabile del disastro mediorientale. “Le loro politiche in Libia, Iraq e Siria hanno favorito la nascita dell’Isis”, aveva detto durante un comizio in North Carolina e poi ribadito più soft nel confronto con Hillary Clinton.

In realtà, il cosiddetto Stato Islamico ha cominciato a muovere i suoi passi e a esistere nel 1999 sebbene abbia assunto il nome Stato Islamico di Iraq e Siria nel 2013.

Cambiamento climatico

La Clinton accusa Trump di aver detto che il cambiamento climatico è un’invenzione dei cinesi.

In realtà, l’affermazione della Clinton si riferisce a un tweet di Trump del 2012 in cui scrive che il concetto di riscaldamento globale è un’invenzione cinese per rendere non competitive le aziende americane. Trump aveva definito uno scherzo quel tweet.

Come ti schivo le cose importanti

I riferimenti descritti sopra sono sicuramente importanti. Ma sono stati affrontati in maniera superficiale, più in una logica di campagna politica interna (all’italiana per intenderci) che nell’ottica di una vision mondiale seria come dovebbe avere chi aspira a guidare la superpotenza americana.

Cosa è mancato in questo dibattito e cosa dovrebbero discutere i due candidati nel prossimo dibattito in tema di esteri?

Il tema della sicurezza internazionale, e quindi quella interna agli Usa, è centrale. L’arresto del cittadino americano di origine afgana accusato di aver messo le bombe a New York e nel New Jersey non è stato citato.

Così come è stato schivato l’accordo sul cessate il fuoco tra Stati Uniti e Russia, accordo che ormai è un morto che cammina. Eppure la cooperazione tra Russia e Stati Uniti è il punto di svolta per l soluzione politica in Siria e per tentare di ridare stabilità al Paese.

Cosa pensano Trump e Clinton di questo? Oppure del bombardamento contro un convoglio umanitario delle Nazioni Unite attribuito ai militari di Mosca?

Infine la Russia. Il suo risveglio, sancito con la questione ucraina e l’annessione della Crimea nel 2014, è il tema sul tavolo di discussione al Pentagono e tra l’intelligence. La Russia è per l’America la preoccupazione numero 1 sul fronte della sicurezza.

Donald Trump e Hillary Clinton, se vogliono davvero dare un segnale serio per guidare gli Stati Uniti d’America, dovranno confrontarsi con proposte e idee su come intendano gestire il ruolo globale e la responsabilità mondiale che gli Usa hanno conquistato dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. I loro elettori hanno il diritto di saperlo.

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