Site icon Notiziario Estero

Trump chiama Putin: perché la tregua in Ucraina non è vicina

Perché la tregua in Ucraina non è così vicina dopo il colloquio tra Trump e Putin

Fonte: foto di Dean Lewis da Pixabay

Nonostante gli annunci trionfali di Donald Trump all’indomani del colloquio telefonico con Vladimir Putin, la realtà si sta rivelando ben diversa.

Donald Trump ha detto che “siamo sulla buona strada” per la pace in Ucraina subito dopo la sua telefonata al presidente russo Vladimir Putin. La realtà è ben diversa. Il colloquio a distanza tra i due leader è sicuramente un segno positivo ma non è la svolta che ci si aspettava sulla guerra in Ucraina.

Telefonata Trump-Putin e dubbi sulla pace

In due ore e mezza di conversazione telefonica, Putin ha in realtà smontato l’archittetura diplomatica di Donald Trump. Tanto che il presidente degli Stati Uniti è tornato a rivolgersi a Volodymyr Zelensky per capire come “allineare Ucraina e Russia su richieste e esigenze rispettive”.

I no di Putin

Il leader del Cremlino innanzitutto ha respinto la richiesta di Trump di far entrare in vigore un cessate il fuoco entro 30 giorni. L’Ucraina aveva detto sì alla proposta americana nei colloqui di Gedda.

Putin ha rilanciato una proposta alternativa: il cessate il fuoco selettivo per un mese, riguardante cioè le sole infrastrutture energetiche. Ha anche proposto di avviare negoziati immediati e una tregua nel Mar Nero che porti a una pace permanente. Il presidente russo ha vincolato tutto ad alcune condizioni inderogabili. Mosca è contraria alla presenza di soldati europei, anche in forma di peace-keeping, sul territorio ucraino. Chiede lo stop immediato di rifornimenti, armi e intelligence all’Ucraina. Pretende che Kiev interrompa la mobilitazione forzata.

Cosa vuole Putin ?

Il capo di Stato russo non vuole in sostanza alcuna garanzia di sicurezza per Kiev. Secondo quanto scrive l’Ispi sul suo sito, nella telefonata con Trump non si è parlato di territori da annettere o meno all Russia. La questione è però strategica e fondamentale e non potrà essere rimandata tanto a lungo. Secondo Zelensky, Putin sta cercando di prendere tempo, vuole fare saltare l’accordo sul cessate il fuoco e avanzare con le sue truppe al fine di far capitolare la Russia. Non un’intesa quindi ma una capitolazione.

“Putin ha fatto una piccola concessione a Trump senza in realtà concedere nulla perché il suo obiettivo è vincere la guerra”

Lo scetticismo dell’Europa

I leader europei hanno espresso il loro scetticismo sull’esito della telefonata tra i due leader mondiali. Per l’Alto Rappresentante della Politica Estera dell’Ue, Kaja Kallas, la Russia non vuole fare alcuna concessione e ha definito inaccettabile la pretesa del Cremlino di smettere di armare Kiev. Uno dei punti del dibattito europeo è quindi quello di capire se fidarsi o meno di Putin. La sola cosa certa è che ci saranno colloqui e collaborazione diplomatica tra Stati Uniti e Russia, confermato un incontro il 24 marzo, mentre l’Europa e l’Ucraina resteranno fuori dalla porta.

Time is on Putin side

Scomodando il celebre brano dei Rolling Stones, Putin ha il tempo dalla sua. Trump ha fretta di chiudere un accordo e mantenere la promessa elettorale. Più passa il tempo, più Putin consolida le posizioni della Russia in Ucraina e l’esercito di Mosca avanza nel Kursk. Inoltre, Putin non sembra aver abbandonato le sue posizioni ed è meno isolato sulla scena internazionale dopo il colloquio con Trump, che di fatto ha sdoganato il presidente della Russia. Dal colloquio tra i due leader si respira anche un riavvicinamento Usa Russia che potrebbe portare a “enormi affari economici” ha detto Donald Trump. Fiona Hill, che è stata consulente del Consiglio di Sicurezza Nazionale nel primo mandato Trump, ha sintetizzato bene la situazione: “Putin ha fatto una piccola concessione a Trump senza in realtà concedere nulla perché il suo obiettivo è vincere la guerra”.

Exit mobile version